Una violenza insensata e feroce da parte di uomini senza volto

Roma – La picchiava, la minacciava e la seguiva ovunque, fino a quando la sua gelosia è diventata talmente folle e sfrenata da portarlo ad uccidere la sua ex moglie. Appena prima di puntare la pistola contro se stesso.

Udine – Il delitto è avvenuto in casa nel primo pomeriggio: dopo una lite violenta, il marito afferra una mazza da baseball e uccide la moglie colpendola ripetutamente alla testa. La vittima aveva 42 anni.

New Delhi – Un altro caso di violenza sessuale e omicidio, questa volta su una bambina di 6 anni. Il corpo della bambina, prima stuprata e poi strangolata, è stato infine gettato in una discarica.

Purtroppo questi sono solo alcuni, e tra i più recenti, episodi di femminicidio. La violenza sulle donne è una piaga che l’umanità non è ancora riuscita a sanare. Nonostante il trascorrere del tempo e il varo di nuove leggi, ancora oggi in tutto il mondo ci sono milioni di donne che subiscono violenze di ogni tipo. E non si tratta solo di aggressioni, ma anche di minacce e violenze psicologiche, che concorrono alla distruzione della dignità della persona oltre che della sua vita.

Pensiamo all’Afghanistan, il Paese con il più alto numero di atti violenza sul genere femminile, dove circa due terzi delle donne sono state vittima di uno stupro e sottoposte continuamente a violenze fisiche e verbali. Molte sono costrette a sposarsi con un uomo scelto dal padre, altre vengono vendute, altre ancora uccise (spesso lapidate) o sfigurate.

In Italia, da un omicidio ogni tre giorni, registrato nel 2011, si è passati a uno ogni due, nel 2012. Cosa ci dobbiamo aspettare dal 2013? Dove porterà questa escalation di violenza? Il dato davvero allarmante è che il silenzio è stato la risposta maggioritaria: più della metà delle donne ha dichiarato di non aver parlato con nessuno dell’accaduto. Non denuncia, ma tace, timorosa delle ripercussioni. Ciò si verifica anche perché purtroppo è proprio quella domestica che risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne in tutto il Paese. E i responsabili sono i mariti, i fidanzati e gli ex partner. La famiglia, in questi casi, si spoglia di tutti quei connotati positivi che ne fanno una dimensione intima e protetta, e si trasforma in una realtà pericolosa, una prigione cui non si riesce a sfuggire. Perché purtroppo la famiglia non è sempre, per forza, quel luogo magico in cui tutto è amore. E vi è di più: capita ancora che la violenza domestica non venga percepita come reato e che non vengano quasi mai presi provvedimenti adeguati e sufficientemente punitivi, contribuendo ancor di più a creare il muro di silenzio e di invisibilità che circonda questo tema.

Questa violenza quotidiana contro le donne, diffusa, tollerata, va invece considerata come una vergogna e una colpa collettiva, per cui ognuno deve sentirsi offeso.

Bisogna dar voce a questa piaga sociale, prendere un po’ di quel coraggio che alle vittime è mancato e denunciare. Bisogna essere ottimisti e pensare che anche il più piccolo cambiamento può e deve partire anche da noi: l’ignoranza è il principale demone da combattere, per far sì che le prevaricazioni e l’omertà vengano debellate.

Questa realtà va prima di tutto conosciuta, poi contrastata.

 Caterina Marzocchi, Liceo classico L.Ariosto, Ferrara