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Fare un viaggio in due ore attraverso Kenya, Tanzania e Uganda. Nonostante  sembri  assurda come affermazione, è stato possibile oggi al “Centro per il  Protagonismo  Giovan  ile Cartiera”, in via Fossano 8, dove alle 17.00 si è tenuta la  presentazione di  due libri, “Tukutane – favole per un amico” e “Baganda”.  L’incontro, finalizzato alla  raccolta fondi e tenuto da Angelo D’Auria, si è svolto in  un clima sereno e  amichevole: tra testimonianze di missionari e abitanti di tribù  africane si è trovato  anche il tempo per imparare un tipico canto Keniota.

Il primo libro presentato è una raccolta di favole caratteristiche della Tanzania,  scritte in Swahili e tradotte in italiano; la collaborazione tra associazioni Onlus e  bambini autoctoni ha portato alla realizzazione del progetto, che ha come obiettivo lo scambio e l’interagire di diverse culture. È incredibile come delle semplici favole abbiano finalità educative, come in quella de “Il pescatore e il pesciolino”, dove viene messa in risalto la virtù della pazienza e del saper aspettare il momento giusto. Altre invece ricercano le origini di elementi dell’ambiente nelle leggende, come nella favola de “La faraona e la gallina”.

11251536_808295152600197_1671857259_nHanno avuto spazio anche video e testimonianze di persone che hanno vissuto la realtà dei Paesi africani in prima persona: colpisce profondamente il modello sociale in Tanzania, dove i bambini più fortunati possono godere dell’usufrutto di ospedali e asili ordinati e puliti, mentre altri si ritrovano a ricorrere a strutture di fortuna all’aria aperta. Tuttavia gli abitanti sono ospitali e la comunità è un’unica grande famiglia che vive in un Paese ricco di bellezze naturali.

Non da meno è l’Uganda: l’ambiente urbano è a due passi da paesaggi naturali  mozzafiato, un vero e proprio locus amoenus petrarchiano. Ed è qui dov’è  ambientato il secondo libro presentato, che descrive la vita nel regno di Buganda,  territorio abitato da ben 52 diverse tribù dell’etnia africana dei Baganda (da cui il  titolo del libro). Colpiscono gli usi e i costumi di questa popolazione,  estremamente  pacifica (non entra in guerra da 600 anni) e che accetta chiunque  senza  discriminazione di tipo religioso. Questo equilibrio sociale può esistere  grazie al  grande spirito di fratellanza presente tra i membri delle tribù, i quali si  considerano  tutti figli del re. Una lezione per il nostro Mondo Occidentale.

 

Carlo Patrone e Giorgio Ruscone, Liceo Cattaneo