Paolo Gentiloni, Commissario agli affari economici europeo, intervistato da Jérôme Gautheret de Le Monde e Silvia Sciorilli Borrelli del Financial Times, affronta una delle tematiche più delicate del momento: la pandemia, nell’ottica di una sfida economica per l’Europa. La prospettiva è incoraggiante e ottimistica considerando le dosi di vaccino e i fondi destinati al recovery fund, ma anche negativa per quanto riguarda l’Rt positivo dei contagi e le situazioni di instabilità politica e sociale cui ha portato.
L’Unione Europea ha realizzato una risposta molto efficiente sia sul piano economico sia sul piano sociale, nonostante la pandemia ci avesse preannunciato un tremendo 2020.
Mentre inizialmente ci battevamo per abolire i divieti di esportazione di mezzi di protezione per la pandemia, ora siamo stati in grado di approvare un piano di aiuti economici e a rendere le vaccinazioni disponibili su larga scala.
Nonostante si siano verificate situazioni di instabilità e fragilità parlamentari, il sentimento di fiducia verso l’Europa non ne risulta leso.
Gentiloni afferma che il sostegno economico garantito dal recovery fund sia adeguato, considerando che prevede un meccanismo di assicurazione sulla cassa integrazione, peraltro molto richiesto in Europa e invita a considerare queste risorse in parallelo con gli impegni che i singoli Stati membri hanno sviluppato, ritenendo di fondamentale importanza il valore aggiunto in termini quantitativi e qualitativi che saremo in grado di tirare fuori da questa possibilità senza precedenti nella storia del progetto europeo, canalizzando questi fondi nelle giuste direzioni senza disperderli, in modo da renderli il prima possibile effettivi e usufruibili da tutti i paesi europei, a prescindere dallo spazio economico di ogni singolo, incentivando anche i paesi frugali a prendere decisioni regolamentari volte alla crescita economica.
Servono regole di bilancio comuni che consentano di far fronte alla crisi e di trovare principi che mantengano stabilità e crescita.
Volgendo lo sguardo allo specifico della situazione italiana, i 209 miliardi di aiuti hanno creato molte aspettative a vantaggio della nostra economia e si tratta di una scommessa per il futuro per tutta l’Europa.
Per l’Italia è importante concentrarsi su strategie economiche che assicurino un’esecuzione basata su riforme e investimenti e che vengano stabilite politiche orientate a mantenere un tasso di bilancio espansivo e di supporto all’economia, soprattutto dei settori più danneggiati dalla pandemia, prestando attenzione a non volgere in una finanza pubblica senza limiti.
l’Italia ha subito gravi conseguenze sociali ed economiche legate alla pandemia, causate da un crollo del PIL, che ha gravato sul dilagare della disoccupazione, soprattutto giovanile. In primo ordine perché è stata colpita dalla pandemia in modo precoce rispetto ad altri paesi ed è importante notare che ciò non è legato ad una particolare performance negativa o positiva del PIL, a differenza di paesi come la Germania che hanno registrato il 5% di PIL negativo, ma va ricercato nella risposta pubblica nel far fronte alla situazione con aiuti economici.
I dati della manifattura, il contributo rinnovabile per l’industria elettrica, le economie circolari e le emissioni di Green Bond permettono all’Italia di configurarsi come avanguardia nello scenario europeo e risulta un fenomeno vantaggioso per i paesi basati su un sistema economico liberale.
In conclusione, Paolo Gentiloni suggerisce di adattare il regime di tassazione globale al problema della pandemia, dunque è necessario che ogni Stato europeo definisca nuovi interventi economici, ponendo riguardo alle questioni dei servizi digitali e del contenuto di carbone nelle merci importate, impegnandosi a renderne ambiziosi gli obiettivi.
Emanuela Idotta, Chiara Orzelleca – Liceo Alfieri di Torino
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