Se accediamo a Google, il motore di ricerca più usato al mondo, e digitiamo “vio-“, il quarto risultato della ricerca è “violenza sulle donne”. Se apriamo un qualsiasi giornale o diamo un’occhiata a una testata online, ogni giorno troviamo storie di uomini che uccidono o usano violenza contro le donne. Massimo Carlotto, affermato romanziere noir, dice: “Ormai in Italia il discorso della violenza sulle donne è diventato un’emergenza, e anche un problema culturale molto grosso”. E’ una vera e propria emergenza, perché 57 sono stati i casi di violenza denunciati dall’inizio dell’anno. E’ un’emergenza, perché la società continua ad andare avanti, prestando poca attenzione nei confronti di un problema che avrebbe dovuto iniziare ad interessarla, molto prima che nelle ultime settimane: quasi quotidiani, ormai, gli episodi di violenza ai danni di giovani donne, o gli omicidi, o i sequestri.

Gli abusi e le violenze sono sempre più spesso condotti nel modo più brutale che si possa immaginare. Ciò non avviene soltanto nei Paesi in via di sviluppo o privi di una legislazione ugualmente rispettata da tutti, come l’Africa subsahariana o l’India, ma anche sotto i nostri occhi, ogni giorno. Il fenomeno aumenta, forse per il disorientamento degli uomini del nostro tempo rispetto a certi aspetti della vita e della società, forse per il dilagante fenomeno di violenza causato dalle difficoltà economiche e sociali, del difficile momento che tutti stiamo vivendo.

Ma in tutto il mondo si stanno levando voci. Sono voci di donne violate, o madri di bambine stuprate e uccise, o familiari che reclamano giustizia per un femminicidio. Negli ultimi giorni, in India, è esplosa la protesta: la gente è scesa in piazza a New Delhi per restituire dignità e ricordo alla bambina di cinque anni stuprata e seviziata, alla studentessa di venti stuprata, sfregiata e uccisa, a tutte quelle vittime che ogni giorno subiscono e non parlano.

Perché l’uomo riempie di minacce, violenze fisiche e verbali, non ha pietà né rispetto; si lascia andare ad una violenza feroce, si direbbe quasi animale. Ma ciò che sconcerta e terrorizza, è che bisogna prendere atto che non si tratta di una violenza animale: è umana, e lo è fin troppo, oltre il limite dell’immaginabile.

Dobbiamo aprire gli occhi. Nonostante sia un fenomeno che aumenta e che distrugge il cuore e l’autostima di ciascuno, bisogna avere coraggio, promuovere la battaglia per la giustizia, per l’onestà. Che il percorso non si fermi, ma sia continuo e deciso, nella speranza che, un giorno, l’uomo ritrovi quella benevolenza, quella gratitudine disinteressata e quell’amore verso la donna, che è stato tanto cantato dai più illustri rimatori di tutti i tempi.

Caterina Giorgi, Liceo Classico Ariosto, Ferrara