Presso la Sala Azzurra del padiglione 3, Salone del Libro di Torino, si è svolta una conferenza con Lucia Sorbera, Paola Caridi, May Telmissany e Ahdaf Souef.

Tema centrale di questo incontro sono le anime arabe, e l’importanza che ha la letteratura come mezzo di comunicazione. La finalità di questo incontro, è rompere il ciclo di de-umanizzazione degli Arabi, ultimamente vittime di razzismo per i recenti avvenimenti, collegati anche all’assassinio politico di Giulio Regeni.

Il primo argomento affrontato è l’idea di sconfinare, andare al di là dall’apparenza e superare i confini che rappresentano un problema, non una soluzione. Il ciclo degli ultimi eventi che si sono susseguiti hanno cambiato il mondo Arabo: da qui nasce lo stereotipo di non volere cambiare. Secondo Sorbera, gli uomini hanno bisogno di empatia, data dalla ‘fiction’.

Se la letteratura ci unisce, come affermato in questo incontro, il viaggio personale dal paese d’origine ad un altro, incarna il concetto di ‘cittadinanza nomade’, che svolge un ruolo fondamentale nel romanzo scritto dall’autrice araba May Telmissany.

Emerge da questo dibattito il ruolo dell’intellettuale, come figura significativa contro la discriminazione, attraverso la letteratura. Egli sceglie, attraverso la sua scrittura, come intervenire sulla realtà.

La famosa scrittrice Souef si allontanata dal tipo di scrittura romanzata per scrivere in maniera più reale e rapida, degli avvenimenti che le sono successi. Queste decisioni sono nate da quando è a stretto contatto con la realtà rivoluzionaria d’Egitto: infatti dal 2011, ha iniziato a scrivere per i giovani incarcerati, riguardo situazioni a loro connesse. Non tutti conoscono le tristi realtà di quel paese. L’informazione, dunque, è il sapere stesso.

Inoltre, May afferma che la ricerca continua costituisce un punto fondamentale nello scrivere storie fantastiche, ma che al giorno d’oggi la realtà è troppo difficile e gli eventi più grandi di noi.

Ultimo, ma non ultimo, punto importante, sono i giovani. In Egitto, nel 2011 furono fatte le stesse rivoluzioni fatte nel 1919, ma che stavolta i combattenti furono i giovani, rivoluzionari e contestatori. I ragazzi dunque rappresentano i loro diritti.

Lorenzo Mollo, Giorgia Masaniello

Liceo classico Vittorio Alfieri, Torino