Trova posto nell’edizione del Salone del libro 2016 il nuovo capitolo della saga di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs: “Il bacio d’acciaio”. É dunque il suo autore, Jeffery Deaver, il protagonista di questo incontro, con la compartecipazione di Donato Carrisi, scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano. Quest’ultimo introduce lo scrittore con una domanda sull’origine della sua ispirazione per questa sua nuova opera. Siamo ormai abituati, come afferma Jeffery, ad action movie dal finale scontato, in cui il buono prevale sul cattivo grazie ad una prova di astuzia e, soprattutto, di prestanza fisica. Essendo il principale intento dell’autore quello di intrattenere i propri lettori, è dunque obbligato ad apportare modifiche alla propria trama: il suo sarà infatti un eroe privo di forza fisica, in quanto tetraplegico, che può contare solo sulla propria astuzia. Passano poi ad analizzare un altro problema principale nella stesura del libro: quante informazioni personali e quante scene violente possono essere presenti? Adducendo come proprio modello Alfred Hitchcock, afferma di preferire, nelle proprie trame, la suspence alla violenza. Per quanto riguarda le informazioni sui personaggi, tende a non dare troppi dettagli sulla condizione fisica del protagonista, temendo di rendere il libro eccessivamente pesante. Trova poi un’altra fonte di ispirazione dal suo precedente lavoro: era un avvocato che si occupava dei danni inflitti da prodotti difettosi. Nella sua storia saranno infatti oggetti modificati dal criminale a causare decessi. La suspence, oltre a quella tipica dei thriller derivante dalla vicenda criminale, è ulteriormente causata dalla tensione che si viene a formare nel rapporto tra i due personaggi: Amelia e Lincoln. I due, infatti, precedentemente uniti da una stretta relazione, dopo un litigio si allontanano. Il lettore sarà quindi portato a domandarsi come finirà il loro rapporto. Ultimo argomento affrontato è la “quinta regola dell’equipaggio”, così come allo scrittore piace definirla: se in una storia ci sono quattro personaggi principali, è scontato che sarà il quinto a morire. Nonostante ciò, l’autore deve fare in modo di creare empatia non solo tra questo e il lettore, ma anche con i personaggi, per accrescere la tensione in vista della sua morte.
Lorenzo Bonasia e Alessandra Bosia, Liceo Alfieri
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