Ieri, 18 settembre 2016, alle ore 21, al teatro Verdi, ha avuto luogo l’incontro con Mogol, celebre paroliere, scrittore e produttore discografico italiano.
Vivendo la vita, ci si accorge che è davvero un mestiere e che le nostre vite non sono proprio così diverse tra loro come possono sembrare. I sentimenti che tutti noi proviamo, infatti, sono sempre gli stessi: gioia, dolore, felicità, tristezza, malinconia e allegria.
Durante la sua vita Mogol ha difeso la sua libertà, per lui un patrimonio, una vera conquista.
Dice di non amare la fantasia, la fiction; è per questo che, per scrivere i testi delle canzoni, si è sempre ispirato a fatti della vita reale.
Durante l’incontro ci ha raccontato alcuni episodi della sua infanzia, come le partite a calcio giocate in strada con gli amici. Si è soffermato per qualche minuto anche sulla madre, di cui ricorda con dolcezza i proverbi che citava, la pulizia e l’ordine per la casa, la saggezza, la rigorosità e la puntualità. Puntualità che è per lui un fatto di nobiltà.
L’insegnamento più importante ricevuto dai genitori è stato proprio il rigore e nello stesso tempo la capacità di adattarsi.
Tra i tanti temi emersi nell’incontro, Mogol ha parlato perfino di tecnologia, rivelandoci alcuni suoi aforismi:”Con la testa nell’ipad non sei più in 3D, sei piatto” oppure “Da virtuosi a virtuali”. Sebbene possano far ridere, in realtà ci si può leggere qualcosa di più. L’autore, infatti, ci invita a riflettere; durante gli ultimi trent’anni non sono state fatte grandi scoperte scientifiche, e non c’è stata ombra di viaggi su Marte o sulla Luna. Non si può dire, però, lo stesso per la tecnologia. Secondo Mogol, infatti, è il modo migliore al mondo per fare soldi. Grazie a messaggi e telefonate ci sembra di sentirci meno soli, ma in realtà tutto questo provoca una solitudine ancora più grande.
L’autore si rende conto che i tempi sono cambiati, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo e di scriverlo; afferma addirittura che, probabilmente, se fosse nato in questi ultimi anni, di musica legata alle leggi del mercato, non avrebbe avuto successo.
Del suo passato però conserva un bel ricordo, con episodi rimasti impressi profondamente nella sua memoria. Ha lavorato per cantanti come Cocciante, Bobby Solo, Battisti e moltissimi altri, famosi in tutto il mondo. Ci racconta di quando scrisse “Una lacrima sul viso” in macchina in pochissimo tempo.
Secondo Mogol tutti nasciamo con un talento latente che dobbiamo coltivare sforzandoci, avendo capacità critiche e metodo didattico. Ci ricorda una frase di Einstein che dice che l’1% è ispirazione e il 99% è sudore. È possibile diventare artisti, ma la strada è in salita: solo se ci si crede davvero diventa in discesa.
Mogol ci suggerisce alla fine il segreto: avere tante passioni, perché più ne abbiamo, più siamo ricchi.
Tempo fa scrisse “il coraggio di vivere ancora non c’è”, ma afferma di averlo poi trovato: “senza coraggio non c’è vita.”
Liliane Apetogbo, Alice Pittau, Sara Radegonda, Jessica Santarossa, 5A Esa, Liceo M. Grigoletti
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