Arriviamo subito al punto: ci si sono parati davanti questi due volti simpatici e dalle voci accoglienti. Mentre uno raccontava i vari progetti in cui era impegnato, l’altro, ad occhi chiusi, tentava di ascendere al nirvana. Poi il nostro amicone che parlava si è fermato e ha cominciato a chiedere al pubblico numeri a caso; due cifre ciascuno. Li ha trascritti su una lavagna e li ha comunicati una sola volta al suo socio intento ad osservarsi l’interno-palpebra.

Poi avviene la magia. Quaranta cifre, sentite solo una volta e mai viste per iscritto: cinque, forse dieci minuti a disposizione; infine l’omino ad occhi chiusi si risveglia dal suo stato di torpore e li ripete. Tutti. Dal primo all’ultimo. Senza esitazione, senza sbagliare, in ordine e pure al contrario. Il suo amico ci anticipa: “come ha fatto?

I due fenomeni si chiamano Luca Lorenzoni e Massimo De Donno, ed in realtà ci sarebbe piaciuto un sacco se ci avessero spiegato sul momento come Massimo aveva fatto a memorizzare tutti quei numeri, e invece niente da fare. Infatti, da buoni imprenditori, non ci regalano nulla, ma ci presentano i loro due libri, Semplicemente felice (Lorenzoni) e Genio in 21 giorni (De Donno, Navone) (che guarda caso contengono le tecniche di apprendimento; l’avreste mai detto?) e la loro rampante campagna di corsi sull’affermazione delle risorse umane e sulla crescita personale che imperversa in tutta Italia. A questo punto uno può anche rimanere leggermente interdetto e sentirsi preso in giro. Più che lecito, dico io. Però non ci sentiamo di condannarli per questo.

Avevano un’ora e mezza per incantarci con le loro chiacchiere, per convincerci a comprare ad occhi chiusi due libri che millantano di farci diventare geni (in 21 giorni, peraltro) e di cambiarci la vita. Non proprio una cosa da poco, insomma. Però ci sono splendidamente riusciti, in un valzer di tempi, di risposte pungenti alle battute del pubblico e di incalzate spiazzanti. Non daremmo un euro, un solo euro a tutti i trucchi che dicono di poterci procurare, ma, giuriamo, venderemmo la casa solo per sentirli parlare di nuovo, per farci convincere un’altra volta. Anzi, forse qualche spicciolo glielo molleremmo; giusto per provare, eh, casomai funzionasse. Si sa mai.

“Risorse umane, la nostra mente è uno strumento potentissimo, lo scopo della vita è la felicità, fare i conti con se stessi, chiedersi di più, da domani inizio a fare sul serio, utilizzare; non sapere. Bisogna essere geniali per essere felici.” Avrebbero potuto venderci anche una scatola piena di niente, ma l’hanno fatto in modo così naturale, convincente e coinciso che forse adesso quel “niente” qualche valore ce l’ha.

Andrea Barberis, Federico Nejrotti, Giulia Poggio
1D, Liceo Classico “Vittorio Alfieri”