Se Dio non esiste, tutto è permesso? Secondo Paolo Bancale della Fondazione Religion Free da cui dipende la rivista “Noncredo”, la non credenza è proprio la condizione imprescindibile attraverso cui l’uomo opera scelte indipendenti e critiche, cioè scelte etiche poiché si emancipa dalla precettistica religiosa che lo deresponsabilizza e lo obbliga ad una cieca sudditanza. Queste sono le premesse dell’interessante incontro che ha visto avvicendarsi oggi ai microfoni dello Spazio Autori del Salone del Libro, oltre al già citato Paolo Bancale, l’ingegnere ed epistemologo Andrea Cattania, l’umanista Dario Lodi e il filosofo Carlo Tamagnone, all’insegna di una revisione antireligiosa dell’esperienza etica favorendo una prospettiva umanista e atea sulla questione morale.
L’incontro si articola attorno ad alcune questioni fondamentali: cosa implica l’essere non credenti? Che relazione intercorre tra religione, filosofia e scienza? Come utilizzare la riconquistata libertà che l’assenza di Dio comporta?
Le risposte delineano il difficile cammino di chi ha scelto di non credere, di chi vede la religione come “un placebo raffinato che non soddisfa le aspettative umane”:
essere non credenti significa riappropriarsi di se stessi, inseguire il proprio istinto, trascendere il proprio io, riconoscendo nella propria sofferenza la sofferenza dell’altro.
Andrea Cattania, attraverso una breve ricostruzione delle principali tappe conoscitive dell’antichità, traccia il complesso rapporto fra scienza e religione e, in maniera forse un po’ manichea, lo risolve come un costante sabotaggio della religione ai danni della scienza che ha ritardato infinitamente il progresso umano, rendendo l’uomo meno consapevole della realtà che lo circonda.
La riflessione conclusiva, nata dal dialogo fra relatori e pubblico, cerca di chiarire quale uso fare della sconfinata, e a tratti inquietante, libertà dell’uomo che abbandona la religione cosicché gli individui “abbiano la dignità di essere tali, al fine di trovare la vis che faccia loro proseguire il proprio cammino”.

Maddalena Andreoli, Ludovica Barbieri, Luca Mazzoni, Sara Porta

Liceo L.Ariosto