“Creatività? No, io mi limito a fare”. È così che Carlo Fruttero descriveva la sua attività di scrittore, attività che ha contribuito largamente a tutta la letteratura italiana del Novecento. Grazie ai suoi gialli, semplici, asciutti e diretti, il lettore riusciva a diventare a tutti gli effetti un abitante del capoluogo piemontese, come se conoscesse Torino da una vita, girovagando per le vie e descrivendone per filo e per segno il loro caratteristico grigiore invernale. Oggi, 10 maggio 2012, personaggi come Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Gian Arturo Ferrari e, in prima linea, la figlia Carlotta Fruttero, si occupano, tra risate e sorrisi, di ricordare Carlo e la sua attività letteraria, in un soggiorno adibito come quello dello scrittore, per creare un’atmosfera più intima possibile. Tutti quanti spendono parole di elogio e di affetto nei confronti dello scrittore. “Era una persona dolce, rilassata” così lo descrive Luciana Littizzetto, che era solita accompagnarlo nel programma Che tempo che fa, “ma leggero nell’accezione migliore del termine, e rilassato, rilassato dolce”. Sia Luciana che tutti gli ospiti hanno deciso di ricordare Carlo Fruttero leggendo un episodio contenuto nei suoi racconti, a volte comici, a volte tristi, ma sempre con quella vena di ironia che solo lo scrittore torinese riusciva ad assumere. “straordinario dialogo tra di loro”: è così che Sorgi descrive l’armonia che si era instaurata tra Fruttero e Lucentini, compagni di lavoro e di vita fino alla morte di quest’ultimo. La figura e l’opera di Fruttero sembra davvero incarnare l’ideale della leggerezza calviniana, proposta come valore letterario da trasmettere alle generazioni future.

Irene Cavallari, Margherita Mastellari, Marta Diolaiti