Tradimento o tradizione? Entrambe! La presentazione del libro intitolato ” Il tradimento” di Giulio Giorello inizia con la spiegazione etimologica del titolo : dal verbo latino tradere derivano infatti entrambi i termini. Con una serie di aneddoti storici l’autore ci presenta due tipi di traditori: quelli redenti e quelli di ottima stampa, come Bruto il cesaricida. Aggiunge poi che il tradimento è caratterizzato da una duplice personalità, è quindi paragonabile al nastro di Möbius: unendo le estremità di due nastri si ottiene un solo nastro con una dubplice faccia nel quale non c’è più una distinzione netta. Giorello sostiene che, nel cristianesimo, il tradimento diventi la speranza metafisica della salvezza, infatti se Giuda non avesse tradito, non ci sarebbero state la passione, la crocifissione e la resurrezione  di Cristo! Pertanto il tradimento è l’enigma celato di tutta la tradizione cristiana. Tuttavia l’autore stesso si domanda perchè ci siano due pesi e due misure: Giuda viene rappresentato come lo stereotipo del traditore, pur essendosi impiccato per il rimorso, mentre Pietro, che per tre volte rinnegò Cristo, viene perdonato. Ipotizza però che Giuda non abbia tradito per avere in cambio trenta denari, ma perchè si sentiva a sua volta tradito da Gesù, in quanto capì che non sarebbe mai diventato il re dei Giudei; ed è proprio per questo che non sempre il traditore si riconosce come tale. Giulio Giorello termina la conferenza affermando che il tradimento è estremamente necessario all’interno della nostra società, anche in questo periodo di crisi: un tradimento inteso dall’autore come innovazione o nuovo tipo di eroismo, nel momento in cui esso è motore di eventi necessari. E’ proprio il caso di dire che il motto di oggi è: ” Tradire fa bene! Non fatevi scrupoli! “.

Mancini Martina e Torraco Noemi