Coinvolgente, brioso e spagnolo: ecco le caratteristiche del professor Fernando Savater, ospite al Salone del Libro, per parlare dell’ etica della creazione intellettuale all’epoca di Internet. Una di quelle persone capaci di conciliare il suo lavoro con le passioni più grandi: Voltaire, l’illuminismo e la filosofia. Noto in Spagna non solo come scrittore e filosofo ma anche per le sue battaglie civili contro il separatismo basco.

Decide di dare inizio all’incontro relativizzando il ruolo della tecnologia, in quanto sostiene che non sia il primo motore delle cose. Cattura l’attenzione del pubblico, con ottime doti di oratore, parlando della sua idea di immaginazione: << Ciò che è vero è ciò che percepiamo attraverso i sensi! Quindi allontanandoci dalla realtà entriamo nella falsità; tuttavia l’immaginazione non può essere considerata tale, pur assentandosi dalla verità, poichè porta con se la rappresentazione della realtà e rende possibile concettualizzarla meglio>>.

Condividendo il pensiero di Hegel, Savater, afferma che il nostro compito sia pensare la vita, e per poter pensare bisogna spingersi oltre la transitorietà della realtà, utilizzando non solo la percezione ma anche l’immaginazione. La creazione intellettuale, che ha il potere di distruggere l’individualità e mantenere la forma e l’idea che si ripetono, è la caratteristica esclusiva dell’uomo e si presenta sotto forma di filosofia ma talvolta anche di poesia, di conseguenza il mondo virtuale non cambierà queste caratteristiche, al massimo qualche aspetto.

Ma, al giorno d’oggi, quanto incide la velocità della comunicazione nella nostra società? Secondo Savater l’ATTENZIONE è imprescendibile nella realtà, ma ormai è danneggiata dalla velocità del mondo virtuale e noi ci troviamo pienamente d’accordo, infatti sembra quasi un paradosso il fatto che la nostra “attenzione” sia stata interrotta dal pensiero di dover tornare alla nostra postazione per iniziare a scrivere l’articolo !

Mancini Martina e Torraco Noemi.