Remo Bodei, noto filosofo ed eccellente professore universitario in Italia e in America,

affronta l’ira in tutti i suoi aspetti: dal peccato capitale all’attributo del divino.

Partendo dalla definizione come “passione esplosiva provocata da una ferita o un

a accusa che percepiamo come ingiusta”, l’ira attraversa le tradizioni antiche e non abbandona le attitudini moderne.

Dagli eroi omerici al mondo della Bibbia, l’ira esplode senza possibilità

di controllo, determina e condiziona i rapporti con la divinità scatenando le più tragiche catastrofi naturali.

Una passione furente che dall’antica Grecia spinge gli uomini ad interroga

rsi sulla loro natura: da Aristotele secondo cui chi non si adira è simile ad uno schiavo con i nervi dell’anima recisi; passando per gli stoici che invece optano per la tranquillità dell’anima e l’autocontrollo fino ad Hobbes che trasforma l’ira in paura.

Da non sottovalutare poi, l’ira “di genere” grazie alla quale otteniamo un bilanciamento dei sessi e una rivalutazione delle donne: dal Mito di Medea l’ira passa dal male perpetrato per ignoranza, come sosteneva Socrate, alla coscienza del male di Euripide.

Sfiorando la letteratura shakespeariana Bodei paragona il re Lear all’ira che acquisisce valore politico data la capacità di mobilitare le masse se concepita a freddo. Il p

roblema è che soprattutto in periodi di depressione l’ira e l’indignazione rischiano di perdersi nel vittimismo o nel qualunquismo per cui non trovano una collocazione precisa. La passione dell’ira va accompagnata con il giudizio che permette di circoscrivere l’offesa per trovare obiettivi individuali e sociali ben precisi. Non è funziona

le fare uso della sineddoche (la parte per il tutto) per cui tutto viene assimilato un un’unica letale generalizzazione.

Educazione politica è ciò di cui abbiamo bisogno.


Irina Aguiari

Progetto Galeotto Fu Il Libro

Liceo
Ariosto Ferrara