Biostalgia. Questa la parola che Andrea Bajani e una ragazza del “gruppo delle parole”, Sara, hanno proposto a Antonio Pascale, noto scrittore italiano.

Pascale ha fatto un’analisi del valore della parola nel mondo contemporaneo, secondo la quale le parole devono essere utilizzate come strumento di indagine per capire ciò che ci circonda e offrire le proprie conclusioni al prossimo.
Da ciò è scaturito un discorso estremamente interessante, ma altrettanto complicato sul valore dei pensieri degli antenati, che si è concluso in una “non applicazione” dell’ipse dixit: le idee del passato possono ispirare il presente, ma non devono condizionarlo, perchè legate a una realtà lontana nel tempo.
Passando da Ovidio a Platone, toccando Carlo Magno e Camut, Pascale ha analizzato e dato dimostrazione di questo pensiero in ogni suo aspetto e sfaccettatura e lo ha usato come trampolino di lancio per la sua personale definizione di Biostalgia.

Secondo il gruppo di Bajani il termine indica una condizione di desiderio costante di ritorno allo stato di natura, così spesso anelato dai filosofi di tutte le epoche, tale da poter provvedere a se stessi nell’ambiente primordiale che ha generato la vita.
Il pensiero di Pascale, invece, fa degenerare il termine in un continuo ritorno alla conoscenza nostalgica che porta l’uomo a non progredire, anzi, a ancorarsi sempre più al passato, creando così una situazione opposta al progresso.

– L’individuo deve continuare a progredire a piccoli passi, ma con costanza, perfezionando ciò che inventa e eliminando man mano i problemi. La perfezione, al momento, non è auspicabile, ma è doveroso che l’umanità tenda a essa – ha concluso.

Durante l’intervista qui riportata, Antonio Pascale ha chiarito le sue posizioni, affrontando anche altri argomenti, come quello degli OGM, di cui si è occupato recentemente.

Elena Sinistrero
Redazione Permanente

Foto di Ornella Orlandini

Ecco il commento di Sara, sul palco con Bajani:

“L’incontro a parer mio è stato molto bello, molto emozionante. All’inizio ero molto agitata, ansiosa, però quando sono salita sul palco e Antonio Pascale mi ha incitato, mi sono tranquillizzata. Essenzialmente, anche se l’incontro è stato molto interessante, Pascale ha
lasciato poco spazio per parlare siccome la sua modalità di risposta è stata una specie di monologo. Nel complesso l’incontro mi è piaciuto!”