La differenza tra un’opera d’arte dal vivo, esposta in un museo, e una sua riproduzione su Internet, è la stessa che c’è tra un hamburger e la foto di un hamburger. Con questa brillante e simpatica metafora, Philippe Daverio, giornalista e critico d’arte, spiega l’importanza dell’esperienza fisica per conoscere l’arte e il rapporto che questa ha con la tecnologia.
Negli ultimi anni infatti, le opere d’arte non vivono più esclusivamente nei musei, ma sono alla portata di tutti, visibili immediatamente e comodamente a casa propria: basta un semplice click. Ma l’arte vista attraverso uno schermo non coinvolge abbastanza, non trasmette i propri valori, i sentimenti dell’artista e le emozioni che vuole suscitare. E’ fondamentale avere un rapporto fisico con l’opera d’arte, sentirne l’odore, entrare in contatto con essa. E’ principalmente questo il motivo per cui è così difficile conciliare l’arte con la tecnologia, oltre al fatto che l’artista rimane attaccato alle origini: può usare Internet come strumento, può addirittura sperimentare la pittura su tablet e non più su tela, ma non può cambiare la struttura e il pensiero dell’arte.
Si può fare invece un discorso diverso riguardo alla scrittura, e ai nuovi modi di scrivere nati nell’era digitale. Ogni passo avanti verso l’evoluzione comporta la nascita di un nuovo linguaggio, senza però causare la scomparsa di quelli già esistenti. Il libro su Internet rappresenta un mondo nuovo e un nuovo strumento con il quale comunicare, e nasce con un linguaggio adatto alla rete. Non per questo però il libro cartaceo perderà valore: esattamente come l’invenzione della stampa non ha cancellato i libri scritti dagli amanuensi, così gli ebook non soppianteranno i libri cartacei causandone la scomparsa. Il progresso non distruggerà il passato.
Rebecca Di Marco
Liceo Classico “Vittorio Alfieri”
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