Questa volta Andrea Bajani e i ragazzi neologisti del suo gruppo si confrontano a proposito della nuova parola “querelista” con Simone Cristicchi. Ci spiegano che il termine è adatto a definire chi tende ad addossare la colpa ad altri e coglie l’occasione per trarne profitto: da qui la fusione delle parole querelante e opportunista.

Bajani chiede dunque all’ospite che valore abbiano per lui le parole e se abbia un buon rapporto con loro. Cristicchi risponde ironicamente  che è ormai diventato un “giocoliere” delle parole e punta l’attenzione anche sul dialetto, sostenendo la sua dignità letteraria.
I ragazzi ci svelano poi un altro neologismo, concorrente di querelista: impunitologia, ossia la tendenza, tipicamente italiana, di non concludere i processi e rimandarli costantemente e chiedono  all’ospite quale sia il più attuale. Vittoria a impunitologia, infatti querelista ne è il risultato.

Spostano dunque l’argomento a “Mio nonno è morto in guerra”, con il quale Cristicchi intende onorare il ricordo di suo nonno e sottolinea come suo nonno muoia ogni volta che un crimine resta impunito. Accende i riflettori sul tema della memoria, soprattutto quella legata alle testimonianze della seconda guerra mondiale, in cui parole e conflitto sono in stretto rapporto: chi tornava, o taceva, lasciando le parole a marcire dentro di sé, o parlava, sentendo il bisogno di razionalizzare ciò che era accaduto. Tradurre in parole le sensazioni era il modo per mettersi in salvo, provare a dare un senso agli avvenimenti.

E come monito per il futuro, ricordiamoci sempre che la parola fa rivivere.

Ilaria Pirchio
Francesca Valente
ID Liceo Alfieri 

Foto di Ornella Orlandini

Ecco il commento di Martina, sul palco con Bajani:

“Più che un’intervista è stata una chiacchierata quella con Cristicchi; in cui la parola querelista è stata solo il punto di partenza. Simone è stato molto cordiale e nn si è limitato ad esprimerci le sue opinioni, ma da vero artista eclettico ci ha citato un pezzo del suo spettacolo “Li romani in Russia” che ha commosso tutta la platea. Nodo centrale dell’incontro è stata la parola, il suo potere, l’importanza del tramandarla. Emozionante e divertente, storia e contemporaneità si fondono e si confondono in questa personalità controversa.”