Istorìa: “bombardamento mediatico riguardo concetti che col tempo perdono popolarità”.

Questa la definizione del neologismo di cui ha parlato Andrea Bajani con la partecipazione del noto drammaturgo, attore e regista teatrale Marco Baliani.

L’isteria mediatica rende tutto uguale a tutto e fa perdere di vista la storicità e l’importanza degli eventi. L’istorìa, quindi, è il risultato del dominio pubblicitario sui media, che sono schiavi dell’indice d’ascolto e puntano sull’impatto emotivo per raggiungere i loro obiettivi, su una visione nervosa e isterica, appunto, dell’inevitabile scorrere degli eventi (un greco di nome Eraclito diceva panta rei – tutto scorre, no?). Il centro del discorso di Bajani e Baliani è questo: la storia e la nostra contemporaneità devono seguire il loro corso, tranquillamente, senza perdere il loro più profondo ed intenso significato.

La mercificazione delle notizie della televisione si differenzia dal teatro di Baliani, che non informa, ma forma, muove e inquieta gli spettatori, comunicando in modo chiaro e diretto l’animo e le preoccupazioni dello stesso autore che non si trova bene in un mondo che si muove così velocemente e con il quale non ama comunicare. L’arte, come il teatro, non è merce, non è un pupazzo da strapazzare, ma il suo compito è quello di ridare dignità alle parole, quelle parole che nel corso degli anni hanno cambiato totalmente il loro significato originario. L’impegno collettivo deve muoversi appunto in questa direzione

“La storia non è isterica. E’ il modo in cui ce la raccontano che la rende così” (Marco Baliani).

Federico Rocco, Fabiana Lorenzini e Benedetta Saraco
1D, Liceo Classico” Vittorio Alfieri”

Foto di Ornella Orlandini

Ecco il commento di Ioana, sul palco con Bajani:

“Dopo quattro giorni da spettatrice, salire sul palco fa un effetto molto particolare. La visuale è totalmente diversa, l’illuminazione a cui avevo fatto l’abitudine rivela adesso una parte di arena che era rimasta nascosta dietro la luce. L’organizzazione dell’audio fa si che
quello che dici arrivi alle tue orecchie in modo più ovattato, come se le tue parole appartenessero al pubblico, non a te stessa. Ciò ha fatto si che, per tutta la durata dell’incontro con Marco Baliani, fossi perfettamente cosciente che ciò che stavo dicendo aveva un peso molto grande, nulla di quello che ho detto fino ad adesso mi sembrava tanto importante. Un’esperienza unica, che ha sicuramente cambiato qualcosa nel modo in cui mi rapporterò col mondo.”