Il culo e lo stivale. Un titolo (e un libro) che è tutto un programma. Sedute per terra in una sala piena di gente, abbiamo cercato di seguire un discorso fatto di economia, politica, critica al consumismo, Berluscomicidio, capitalismo..
Tutti si preoccupano di uscire dalla crisi ma nessuno si chiede come ci siamo entrati. Il libro di Oliviero Beha si preoccupa di rispondere proprio a questo problema. Il famoso giornalista, scrittore e conduttore è partito analizzando il tempo della sua vita per capire come siamo arrivati ad avere “le pezze al culo”. Nell’immediato dopoguerra l’Italia era ancora un paese agricolo finchè il boom economico ha portato una fortissima industrializzazione forzata, che nel giro di vent’anni è diventata consumismo, e ha cancellato la cultura precedente. Una cultura che è stata cancellata e non è mai più stata ricostruita. Una cultura che concepiva l’idea del limite, mentre nel mondo di oggi tutti fanno credere che non ci siano limiti. Negli ultimi trent’anni hanno permesso una ferrari a famiglia!
Stiamo correndo verso un muro e siamo destinati a sbatterci contro; questo Paese ha azzerato la propria responsabilità e capacità critica. Non siamo più in grado di distinguere il necessario dal superfluo, afferma Beha. Oggi propongono come ricetta la crescita: è necessario comprare per produrre rifiuti e guadagnare. Ma sarà davvero questa la soluzione giusta? Il sistema capitalista promuove la propria ricetta utilizzando la pubblicità, che in realtà è un’autostrada nella quale bisogna trovare svicoli per uscire. Sembra che le merci siano prodotte per fare pubblicità, e non il contrario, come siamo indotti a pensare.
La vera crisi é quella dell’umanità, non quella della finanza.
L’intervista a Oliviero Beha
Rachele De Cianni, Rebecca Di Marco, Liceo Alfieri Torino
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