LO STUPRO NON E’ LA SOLA VIOLENZA

<< Uomini pizzicati, apostrofati con pesanti complimenti sessuali, seguiti per la strada con insolente insistenza, accolti con fischi di ammirazione, comunque  ‘importunati’. Questo esperimento, messo in atto da alcune femministe inglesi qualche anno fa, destò scalpore per la sua stranezza, tanto che la notizia fece il giro di tutti i giornali.>>

<< Un nome di donna sulla guida telefonica e prima o poi il maniaco o l’importuno di turno si fanno vivi. Non sanno niente di te, della tua vita: gli basta intuire che sei una donna che vive sola, quindi, come minimo, una sicuramente ‘disponibile’. Telefonano nelle ore più strane, preferibilmente tra la mezzanotte e le tre, rompendo il sonno più profondo e pacifico.>>

<< Ebbene, se gli uomini potessero almeno per un giorno mettersi nei panni di una donna, si potrebbero rendere facilmente conto che certi comportamenti giustificati e considerati normali non sono più tali per chi è costretto a subirli. Il nuovo progetto di leggi anti-stupro prevede anche un nuovo reato: la “molestia sessuale”, cioè quei piccoli atti di violenza che la donna accumula in gran quantità nel corso della vita.>>

Questi sono brevi estratti di un articolo uscito il 9 novembre 1989 sul quotidiano << La Stampa>>. E’ stato interessante cercare nell’archivio online del quotidiano, quante volte comparisse la parola “stupro” nei vari articoli usciti nel corso degli anni e del secolo. Il fenomeno ormai denominato di “femminicidio” non nasce dal nulla, ma, ha radici profonde, che si fondano su anni e anni di violenze e di mancanze di rispetto nei confronti della donna. Le parole di quell’articolo, certo non troppo lontano dalla realtà di oggi, suonano a noi attuali e vicine, così come lo studio effettuato dalle femministe inglesi. Gli uomini posti nelle stesse condizioni in cui loro malgrado vengono poste le donne, reagiscono male, dà loro fastidio: perchè, però, la donna deve essere sempre il bersaglio privilegiato di questo tipo di azioni? Nell’articolo si immagina che gli uomini possano mettersi nei panni delle donne.. Quante cose capirebbero! Soprattutto si renderebbero conto del fatto che essere una donna ed esserlo liberamente, è sempre più una conquista, un qualcosa da sudare e da guadagnare, con il rischio che, si incappi in molestie, apprezzamenti poco galanti, fino ad arrivare a stupri, e, nel peggiore dei casi, omicidi. Comportamenti dagli uomini giudicati normali, non lo sono per la donna che li deve subire! E soprattutto, lo stupro non è la sola violenza: << è violenza ogni volta che la donna è costretta a limitare la propria libertà>>. E’ violenza non poter camminare da sole per strada la sera, è violenza non poter stare sedute al bar tranquille, senza che nessuno sia di disturbo. E’ violenza ogni volta in cui ci si sente costrette a vestirsi in modo ” casto”, per evitare di suscitare reazioni animalesche da parte degli uomini che ci guardano.

Oggi tutto questo viene amplificato dai mezzi di comunicazione, a cui si aggiungono i neonati social network in cui è meglio stendere un velo pietoso sull’immagine della donna che viene presentata. Nell’articolo dell’ ’89 si fa accenno alle nuove leggi anti-stupro e al reato di “molestia sessuale”. Dal momento che, da allora ad oggi, una parabola sempre più discendente può descrivere il destino di una donna nel caso in cui decida di essere libera ( ciò comprende decidere di lasciare il proprio fidanzato), bisogna prendere misure sempre più efficaci e tempestive. Ogni donna ha diritto, come tutti, ad essere libera. Anche di mettersi una minigonna.

Angelica Hamado, Liceo Ariosto, Ferrara