Dopo due primi intensi incontri collettivi il gruppo di quest’anno ha già individuato tre delle cinque parole che andranno a rappresentare l’idea che gli adolescenti italiani hanno dell’Europa. Tangram, pelle e nonostante. Tre parole che sembrano fin dal primo momento far trasparire una concezione della frammentazione, dell’equilibrio a volte precario ma allo stesso tempo della coesione tra Stati che fanno parte di quest’unica grande “famiglia” economica e politica.

Riprendiamo le definizioni

L’incontro inizia con un brain storming sulle tre parole, una riflessione collettiva sulla loro definizione e sulle prime foto (2)impressioni sul loro significato. Mattia, primo temerario, spiega agli altri il concetto dietro alla parola NONOSTANTE. “È una parola particolarmente ricca – afferma Mattia – perché ha un duplice significato: quello più positivo indica, con una metafora legata ai fiumi, l’Europa che, nonostante gli ostacoli sul suo percorso, riesce a comunque raggiungere i suoi obbiettivi, cosìcome il fiume si getta nel mare alla fine del viaggio. Ha peròanche un’accezione negativa – continua Mattia – che risiede nel fatto che, nonostante l’Europa dovrebbe essere un’unione di Stati con scopi comuni, le divergenze e le differenze la rendono sempre più disunita e poco coesa”. Su una cosa sembrano tutti unanimi invece: l’originalità della parola come avverbio e non come sostantivo, non per questa meno immediata.

Si continua con PELLE, seconda nata di quest’anno. Sostantivo questa volta, legato al mondo dell’Europa, ma che ha le sue radici nella biologia, nella vita, nell’uomo. Pelle è un insieme di cellule che cooperano per formare un grande ed unico tessuto, ma è anche un contenitore, prezioso e indispensabile, di organi vitali. Rappresenta in modo non scontato e non banale il concetto di un’Europa che sembra comunque essere capace di proteggere i suoi Stati, forte del fatto che loro stessi collaborando tra loro riescano a tenere assieme l’organismo.

 

Il rompicapo del Tangram

Dopo essersi sciolti, l’incontro entra nel vivo del suo argomento principe, la terza parola tirata fuori dalla grande scatola europea: TANGRAM, forse quella che ha più colpito fin dall’inizio. Il tangram è un rompicapo, in cui bisogna disporre delle tavolette di diverse forme per dare vita ad una figura piùgrande. Non c’è forse parola che racchiude al meglio la concezione dell’Europa, un rompicapo di Stati, culture, paesi, incastrati in un unico grande territorio fisico e amministrativo. I ragazzi esprimono a turno le loro impressioni. Mattia la considera: “Un oggetto che esprime giunzione e disgiunzione allo stesso tempo”. Federico ribatte con un’opinione forse divergente: “Può sembrare una grande figura unica da lontano, ma osservando meglio ci si accorge che i piccoli pezzetti sono entità a sé, staccate l’uno dall’altro. I confini sono apparenti, la coesione è fatta solo di confini, non é reale. E inoltre – continua Federico ampliando la sua opinione – i singoli pezzi da soli non hanno valore. Hanno bisogno di essere retti dagli altri per poter avere un loro ruolo, senza il loro posto da occupare in questa grande figura non varrebbero nulla”. Ultimo è Sujan ad esprimere i suoi pensieri sul tangram, diversi da quelli di Federico: “Il quadrato anche fuori dalla figura rimane un quadrato, il suo ruolo è ben definito. Così il singolo stato al di fuori dell’Europa”. Un rapporto di interdipendenza quindi, ma forse non così forte.

 

Un’Europa di campanili

L’incontro sta ormai per finire e i discorsi del gruppo sono interrotti da un campanile che rintocca l’ora in lontananza. Al suono Sujan ha un’intuizione: “La parola campanile? – chiede agli altri – Esprime bene il concetto di un luogo di ritrovo, alto sopra ogni altro edificio e punto di richiamo per ogni elemento del paese e della città”. Sembra sposarsi perfettamente con il concetto di Europa, grande centro di riferimento per gli Stati che ne fanno parte, come in un grande paese. Subito la parola èsottoposta al giudizio di Andrea, che esprime il suo entusiasmo e il suo consenso.