28 maggio 1974: l’intera storia si incentra su una semplice data. È il giorno della strage di Piazza della Loggia, a Brescia. A provocare il disastro fu una bomba, nascosta in un cestino dei rifiuti; quando esplose, la piazza era gremita, di militanti politici, di attivisti, di semplici cittadini, che si erano radunati per manifestare contro il terrorismo fascista che in quel periodo aveva colpito la città. Erano loro le vittime designate: il bilancio fu di otto morti e più di un centinaio di feriti. Tra le vittime c’era anche Livia, la protagonista femminile del libro, una giovane insegnante, amante della poesia. Una ragazza semplice che imagelottava per l’emancipazione, e che aveva stretto un forte legame con Manlio.Manlio era un semplice lavoratore di fabbrica, attivista politico, sempre presente tra le file del sindacato. I due si erano conosciuti per pura coincidenza, in treno: Livia tornava da una lezione universitaria, Manlio dalla Casa della Cultura di Milano. Due caratteri diversi, ma in perfetta sintonia: si completano, si aiutano a vicenda, vivono esperienze condivise. Esercitano la loro comune e vibrante passione politica tra la sezione comunista, il consultoriodell’Aied, il circolo culturale. Tra i due nasce un amore profondo,che li porta a unirsi in matrimonio, ma ben presto la loro vita coniugale viene spazzata via, in un battito di ciglia, proprio quel 28 maggio: erano entrambi presenti alla manifestazione, ma mentre Manlio ne uscì illeso, Livia perse la vita nell’esplosione.Manlio, superato lo choc, decide di dedicare la vita a “ ricercare la verità sui fatti”; da quel giorno la sua vita è scandita tra un processo e l’altro, ma nonostante il passare degli anni la giustiziatanto attesa continua a non arrivare. Come tutti sappiamo, a ben quarant’anni di distanza non sono ancora stati identificati i responsabili di quell’efferato delitto. Benedetta Tobagi ha scelto di  sedersi accanto a lui, di raccontare la sua vita e le altre vite spezzate da quella strage. Da questo saggio emerge il ritratto dell’Italia di quell’epoca: l’autrice riporta alla luce la profonda spaccatura ideologica, la lotta per le riforme sociali, l’attivismo,sottolineando una vivacità e una passione nella lotta politica di cui mai più si avrebbe avuto riscontro dopo gli anni del terrorismo.L’autrice riesce a ricostruire, con un’accurata opera di ricerca, ilcontesto politico culturale in cui la strage si verificò, esponendo nero su bianco il motivo per cui ancora non si conosce il colpevole: affronta “la strategia della tensione”,  la connivenza da parte degli uomini di stato e delle forze dell’ordine, ritrae gli uomini della destra eversiva e la struttura clandestina neofascista di Ordine Nuovo.  Sullo sfondo, Brescia, specchio della situazione italiana di quegli anni, di un paese coinvolto nella Guerra Fredda, nella lotta tra le due superpotenze per accaparrarsi il controllo politico-economico sull’Europa. Il titolo è un verso della poesia diPierluigi Cappello: “Una stella incoronata di buio” è il racconto della vita di persone comuni che però rappresentano la militanza politica di quegli anni, vite spezzate che ancora oggi, a causa dell’impunità provocata dalla connivenza dei maggiori vertici dello Stato, non hanno trovato giustizia.

Umberto Schiesari, liceo Gobetti Segrè