Arrivò ad ampie falcate un colonnello delle SS, con lo sguardo seccato di qualcuno a cui stessero facendo perdere tempo […] Guardò i due uomini in piedi davanti allo sportello dell’auto.
– Chi c’è in macchina? – chiese.
– Due protetti del governo di Spagna, catturati per errore. Stavano per essere caricati su questo treno, contrariamente alle disposizioni del Ministero degli esteri Ungherese, – disse Perlasca.
– E lei è?
– Jorge Perlasca. Rappresento l’ambasciata di Spagna.
– Via, partire. È già tardi, – l’alto ufficiale ordinò ai militari. Poi, rivolgendosi di nuovo allo spagnolo: – Se li tenga pure questi due, tanto il momento arriverà anche per loro, – e se ne andò, voltandosi di scatto.
[…] pochi minuti dopo il treno era sparito, con tutti gli uomini, le donne e i bambini che aveva ingoiato. Perlasca rimase immobile, mentre i binari ritornavano deserti e i soldati risalivano ordinatamente sui camion.
– Signor Perlasca, mi permetta di congratularmi con lei, – Raul Wallenberg si avvicinò con la mano tesa, dopo essersi sfilato un guanto.
[…] Perlasca si voltò verso lo svedese e gli strinse la mano, con quell’aria delusa di chi non è riuscito a fare fino in fondo quello che aveva progettato.
– La ringrazio per l’appoggio che mi ha dato poco fa… purtroppo sono arrivato troppo tardi per salvare alcuni dei miei protetti.
Wallenberg si concesse un sorriso prima di rispondere: – Ma ha salvato questi due ragazzi e sa chi era quel colonnello tedesco? No, immagino proprio di no. Quello era Eichmann […] l’uomo che, in pochi mesi, ha deportato quasi tutti gli ebrei ungheresi ad Auschwitz e adesso vuole finire l’opera qui a Budapest. […] Lei ha avuto due vite in cambio del suo coraggio
– Ho solo ascoltato la mia coscienza. Semmai si è trattato di egoismo: se non avessi fatto nulla oggi, il rimorso mi avrebbe accompagnato per tutta la vita.
L’eroe invisibile, di Luca Cognolato e Silvia Del Francia, Einaudi Ragazzi, p. 11_13