Se vogliamo addentrarci nel labirinto della filosofia abbiamo di certo bisogno di una guida che ci possa condurre per mano. Secondo Massimo Cacciari tale guida fondamentale è tò òn, l’ente, che è l’argomento portante di gran parte del dibattito filosofico fin dall’antichità. L’ente, nell’ottica del filosofo, si può identificare con il bene assoluto, che ai nostri occhi appare meraviglioso e perturbante, cioè qualcosa che non siamo in grado di definire con esattezza.
Da qui prende inizio la critica di Cacciari al nichilismo, la prospettiva filosofica che intende annullare l’esistenza stessa dell’ente: non ha senso, ribadisce il filosofo, pensare che ciò che ci circonda non abbia un’esistenza propria perché il mondo esterno si presenta a noi nella forma dell’altro da sé, del diverso. Per rendere più immediata la comprensione di tale concetto, Cacciari ha proposto l’esempio di una bottiglia: quando noi cerchiamo di definire che cosa sia, non possiamo fare a meno di riferirci a delle caratteristiche che dipendono da altro (come il materiale di cui è fatta, che cosa contiene…), ma ci appare altresì evidente che la bottiglia esista anche indipendentemente dalla relazione con il mondo esterno. Questo, secondo il filosofo, è l’ente, e perciò non ha più senso parlare di dualismi perché ogni oggetto ha una propria singolarità.
Rispondendo ad alcune domande del pubblico al termine della propria esposizione, Massimo Cacciari ha chiarito la propria visione riguardo alla ricerca filosofica: essa non deve ripercorrere pedissequamente strade già battute, ma esplorare nuovi sentieri di quel Labirinto filosofico che è anche il titolo del suo libro.
Riccardo Cavallari, Matteo Erli e Andrea Gabban
Liceo classico “L. Ariosto”
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