Una prima idea di unione del continente europeo è quella che è nata con la fondazione della C.E.C.A. (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) nel lontano 1950. Una federazione di stati ispirata agli Stati Uniti d’America e centralizzata a livello politico ed economico, ma anche un’unione di popoli e culture, la cui differenza di lingua avrebbe costituito l’elemento di forza. Gad Lerner, dialogando con Giuliano Amato ed Ernesto Galli della Loggia in occasione della presentazione del loro nuovo libro Europa perduta?, ha chiesto loro com’è cambiata l’idea di Unione Europea a distanza di oltre sessant’anni.
Ma è veramente “perduta” questa Europa? Amato sostiene che in Europa sia radicata da tempo una correlazione tra stato nazionale e democrazia che impedisce il presupposto alla base del federalismo: la cessione della sovranità dei singoli stati. Ciascuno vuole preservare la propria autonomia decisionale per paura che altri Paesi diventino più potenti. L’insieme di questi fattori ha incrinato la fiducia dei cittadini in una possibilità di unificazione del “Vecchio Continente” ma bisogna cercare di ricomporre le diversità in un futuro comune.
Secondo Galli della Loggia, nonostante l’Europa sembri più “matrigna” che madre, nel senso che non pare tuteli i diritti dei singoli, l’uscita dalla moneta unica avrebbe riscontri negativi sull’economia del nostro Paese. Occorrono, invece, una “consonanza emotiva” dei popoli e un segnale forte dalla classe politica per sbloccare uno stallo altrimenti fatale.
Chiara Astancolli, Ludovica Barbieri e Riccardo Cavallari
Liceo Classico “L. Ariosto”
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