Guðrún Eva Mínervudóttir incontra il pubblico del Salone Off nell’ancora poco conosciuta area dibattiti di via Giovanni Falcone, in Circoscrizione 3. Un forte vento accompagna il caldo pomeriggio di domenica 11 maggio e non è facile trasportarsi con l’immaginazione nel paese d’origine dell’autrice, l’Islanda. Ma le sue parole permettono al pubblico di avvicinarsi ad una narrativa lontana da ciò a cui è abituato, in cui personaggi realistici sono posti al limite del surreale e la realtà è abilmente mescolata alla fiaba. Tutte le sue opere sono state pubblicate in Italia da Scritturapura e, dopo il successo de Il circo dell’arte e del dolore e Il Creatore, la Casa Editrice lancia oggi la pubblicazione di Tutto si risveglia con un bacio (Allt með kossi vekur). Il libro, uscito in Islanda nel 2011, si è aggiudicato il Premio Letterario Islandese.

 La voce narrante, David, affronta nel romanzo il rapporto tormentato con sua madre, Elìsabet, la quale possiede la straordinaria capacità di scatenare le potenzialità nascoste delle persone con un bacio, ma talvolta anche reazioni impreviste e violente. David ha difficoltà ad accettare la natura di una madre ingombrante e spesso inaffidabile. Cerca a tutti i costi di essere una persona normale, ma è tormentato dalla lotta interiore tra razionalità e fiducia in Elìsabet: il suo stesso nome rievoca simbolicamente la lotta impari affrontata da Davide contro Golia. Il giovane è indotto a ricercare in racconti, fotografie, diari di sua madre il senso del suo rapporto con la donna e di tutta la sua esistenza, ma solo la narrazione della vita gli permetterà di trovare il filo conduttore della sua storia. La teoria a cui si appoggia nella sua “indagine” è quella che la vita vada interpretata come una fiaba, nella sua coesistenza di bene e male. La domanda che David si pone è se la madre rappresenti o no il male: la conclusione a cui giunge è che, in ogni caso, il male vada avvicinato, ma che possa essere affrontato solo con una buona dose di sense of humor. Tuttavia, al contrario di David, vi sono persone che non ne sono dotate, come Jòn, un personaggio apparentemente normale, stimato insegnante, ma al tempo stesso inquietante. La sua mancanza di humor rende insostenibili gli effetti del bacio, che provoca in lui emozioni troppo forti e dagli effetti catastrofici: azioni violente aprono la parte del libro che l’autrice definisce splatter, dal momento che Jòn si ritrova a combattere la sua malignità uccidendo un cane, stuprando una donna e macchiandosi di omicidio. Dunque, solo vivendo con leggerezza non si andrà incontro a contraddizioni esistenziali.

 Una narrazione nella narrazione è costituita dalle fiabe e dai miti, inseriti nel libro anche sotto forma di graphic novel. Da Barbablù ad Adamo ed Eva, le fiabe vengono attualizzate in sintonia al contesto. David giunge alla conclusione che la violenza che caratterizza gli uomini non sia casuale e che per questo non vada nascosta, bensì raccontata fin dall’infanzia, proprio attraverso le fiabe. In fondo, come David, che matura e comprende il senso della sua esistenza attraverso la scrittura, noi tutti, conclude l’autrice, ricerchiamo il senso della nostra vita attraverso la narrazione.

Elena Rickler

Liceo Classico Cavour, Circoscrizione 4