IMG_1043Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, noti autori di best-sellers internazionali riguardanti il delicato tema della mafia, ritornano al Salone del libro per il varo del loro nuovo lavoro: Acqua Santissima.
Con questo libro gli autori hanno deciso di esaminare il rapporto tra la Malavita e la Chiesa, usata dalla ‘Ndrangheta per potersi infiltrare silenziosamente nella vita delle persone comuni. Il saggio contiene fatti di cronaca realmente accaduti, che suscitano subito turbamento nel lettore. Dalla trama di copertina emerge chiaramente come molto spesso la storia delle famiglie mafiose sia legata ai silenzi ed ai patteggiamenti, spesso interessati, dell’alta Ecclesia.
I precedenti lavori dei due autori non avevano mai subito una critica feroce come quella scatenata da alcuni vescovi prima dell’uscita di questo libro: intere pagine di giornale volte a generare lo scandalo nei confronti dei due. Tutto questo quando, secondo gli scrittori, il raccontare la verità voleva essere il più grande gesto d’amore nei confronti di Dio.
Fin dall’episodio della Breccia di Porta Pia, quando il Pontefice decise di rinchiudersi in Vaticano accusando i neo-italiani di essere “usurpatori dello stato Pontificio”, una grande parte della Chiesa ha mostrato scarsa collaborazione nei confronti del nuovo Stato e, in alcuni casi, ha deciso di collaborare silenziosamente con le associazioni malavitose, i cui riti di iniziazione ricordano in maniera inquietante l’innocenza dei battesimi cristiani.
Grazie anche alla sordità della Chiesa, la Mafia è riuscita nel suo intento di creare l’alibi perfetto: “Il giudizio dell’uomo non può competere con quello di Dio”. Nella convinzione che l’intimo pentimento nei confronti di Dio sia più importante della giustizia terrena, la ’Ndrangheta ha perseguito i propri interessi seguendo un distorto codice d’onore, per il quale il colpevole non è l’assassino, bensì “l’infame messosi nelle condizioni di farsi uccidere. Nonostante ciò la ‘Ndrangheta non potrà mai mostrare affetto o timore nei confronti di Dio; per quante preghiere un mafioso possa scrivere sulle pareti del proprio bunker o per quante insulse poesie rivolte al Cielo possa comporre nella sua solitudine, l’affetto per il prossimo sarà per lui qualcosa di sconosciuto.
Gratteri e Nicaso hanno pubblicato il loro libro in concomitanza con i cambiamenti positivi portati nella Chiesa da Papa Francesco, da molti considerato come una nuova possibilità per il Clero di mostrare il proprio lato migliore.
Oggi, a poca distanza dall’anniversario della morte di Peppino Impastato, uomo semplice ed onesto che ha fatto il proprio dovere come uomo e la cui ribellione è diventata un simbolo di lotta per la libertà, Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso ci hanno voluto dimostrare quanto possa essere importante l’opera che un singolo individuo, scegliendo la verità, è in grado di operare per se stesso e per gli altri.

Daniele Alemanno e Anass Hanafi – Liceo Primo Levi, Torino
Elisa Scovazzi, tutor FuoriLegge