Nella Sala Estense, a uno dei quattro lati della piazza municipale di una Ferrara ormai in fibrillazione, colorata e movimentata da gente proveniente non solo da tutta Italia ma anche da altri paesi europei per il festival dell’Internazione che la caretterizza e la contraddistingue, oggi, venerdí 03 ottobre alle ore 16.30 si é tenuto un incontro riguardante i movimenti di ribellione che coinvolgono sempre di piú i paesi affacciati sul Mediterraneo. Tra questi Spagna, Egitto, Tunisia.
A prenderne parte numerosi ospiti tra cui Esraa Abdel Fattal, Doris Guttiérez Palacín, Fabio Laurenzi e Gianluca Solera.
Quest’ultimo, giornalista, scrittore e attivista ha aperto l’incontro con una lettura di un brano tratto dal suo libro: “Riscatto mediterraneo”.
È proprio lui ad aver presentato il Mediterraneo come luogo in cui si incrociano i destini, ma anche  le situazioni politiche, i flussi migratori, le decisioni e gli accordi economici dell’Unione Europea e dei paesi della sponda meridionale. Presentandosi come testimone e rappresentante della Cospe, associazione che  si impegna, anche a partire dai movimenti degli ultimi anni, ad istituire una cittadinanza mediterranea, ha promesso la sua collaborazione al fine di ottenere un Mediterraneo caratterizzato da pari diritti e pari libertá, da fratellanza e tolleranza.
Si é parlato della Spagna, un paese politicamente eterogeneo, in cui convivono diversi e talvolta opposti  movimenti contro la corruzione e la falsa democrazia, contro la privatizzazione e l’austeritá.
Ma anche dell’Egitto, paese in cui nell’ultimo periodo l’attivismo si è spento, non solo per ciò che concerne il governo, ma anche all’interno del movimento giovanile.
Esso non è più solido come in passato e la maggior parte dei componenti ritengono che l’unico strumento per cambiare le cose sia la rivoluzione e la protesta di strada.
“Dobbiamo conoscerci, capirci e convivere insieme.” Ha detto la blogger egiziana Esraa Abdel, esponendo anche il suo obbiettivo di Serena convivenza.
Senza dubbio questo rappresenta una sfida difficile, che richiede costanza e determinazione, da entrambi i fronti.
In cui i singoli cittadini devono riconoscere la propria identitá e amalgamarla con tutte le altre, ritrovando una radice comune dalle lotte e trasformandola in integrazione.
L’impressione è che questo dibattito abbia portato alla conclusione che il mediterraneo non sia solo resistenza al cambiamento, degrado ambientale e diversitá di paesi provenienti da contraddizioni storiche, ma che possa diventare, attraverso solidarietá e comunicazione, anche un’espressione di socialitá, gratuitá e contagio. Che non sia piú considerato solo periferia, ma uno spazio comune in cui convivano pacificamente paesi che necessitano e vanno alla ricerca degli stessi valori e degli stessi diritti.
Federica Guizzo, Liceo Alfieri Torino
Alessia Roncagalli, Liceo Ariosto Ferrara