Come si sono trasformate le frontiere nel XXI secolo? E’ questo l’argomento trattato da Nicola Mai, da Lorenzo Pezzani e da un rappresentate dell’Institut français in Italia nella conferenza Antiatlante delle frontiere all’Imbarcadero 3 oggi, 4 ottobre, al Festival Internazionale di Ferrara.
Grazie a numerosi incontri tra antropologi, forze militari presenti alle dogane e artisti è stato possibile comprendere il mutamento delle frontiere e attuare una sovversione scientifico-artistica della rappresentazione di queste sia sulla terra che nelle discipline.
L’incontro si apre con l’analisi delle frontiere tra Messico e Stati Uniti e della migrazione studiata attraverso la videosorveglianza e le numerose denunce.
Rapidamente l’attenzione dei relatori si sposta sulle frontiere tra Israele e Palestina e sulla complessità del sistema di mobilità israeliana. Per favorire la partecipazione in tempo reale a queste dinamiche, è stato creato un videogioco che permette un contatto con la realtà descritta: esso è un simulatore che consente di entrare in rapporto con l’esperienza antropologica locale.
Nicola Mai descrive poi il suo progetto sulle frontiere umanitarie, concentrato particolarmente sul problema della sessualità che pare essere una barriera sociale molto sentita in tutto il mondo. Racconta di un film da lui girato per provocare e far riflettere sulla transessualità e omosessualità, ispirandosi alla storia di Samira, ragazzo transessuale algerino, emigrato in Francia.
Per concludere l’incontro, Lorenzo Pezzani, ricercatore e architetto, ha raccontato al pubblico il suo video-progetto Liquid traces creato per denunciare il sempre crescente tasso di mortalità di migranti durante le loro traversate in mare.
Marta Blanchietti, Liceo Alfieri di Torino
Lucia Scanelli, Liceo Ariosto di Ferrara
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