Durante il festival Internazionale, alla Biblioteca Ariostea di Ferrara, si è tenuta la presentazione del libro di Cinzia Scaffidi, Mangia come parli, nella quale l’autrice tratta 100 lemmi, riguardanti la politica alimentare. Uno di questi è la qualità: si deve distinguere il piacere, che si prova quando si mangia , dalla buona qualità degli alimenti.
Ospite dell’incontro è il rinomato linguista Tullio De Mauro che interviene durante l’incontro facendo un parallelo tra l’evoluzione delle parole e le abitudini alimentari. Così, cinquant’anni fa, era un merito se un alimento si trovava in tutti i supermercati, oggi invece lo è se si trova in piccole botteghe.
Il ricordo dei cari pomodori S.Marzano costringe De Mauro a chiedersi dove siano finiti. Oggi questi si chiamano antichi pomodori di Napoli e quelli che noi crediamo essere i S.Marzano non sono altro che delle imitazioni consone al commercio. Anche l’etichetta, che dovrebbe permettere al consumatore di conoscere quello che mangia, spesso confonde con termini complessi o nasconde parte delle informazioni. Se una macedonia, composta da papaia e mango, riporta la scritta “Made in Italy” possiamo facilmente intuire che questo non sarà vero. Infatti basta che anche solo l’ultimo passaggio di produzione sia in Italia per far sì che il prodotto si consideri interamente fatto nel nostro stato.
Ma allora come difendersi da questi tranelli? La risposta non è facile ma un primo passo potrebbe essere quello di informarsi su ciò che non sappiamo.
Ilaria Ferraresi
Giulia Giacomino
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