Daniela Finocchi apre l’incontro dedicato al concorso “Lingua Madre”, allo spazio corner eventi, accompagnata da due giovanissime donne straniere, ciascuna autrice di un racconto che narra della sua storia e della sua terra madre.

Per prima Sumaia legge un estratto del suo racconto, in cui affida alle parole di una nonna, malata terminale, il testamento spirituale al nipote. Da qui lo spunto per parlare della sua di storia: una ragazza di origine somala, nata e cresciuta a Torino, il cui legame con la Somalia é principalmente affidato ai racconti della nonna, che la descrive come qualcosa di eterno, come il posto dove rifugiarsi quando le cose vanno male.

A questo punto l’attenzione si sposta su Mihaela: ci legge anche lei qualche riga del suo racconto, scritto dal suo punto di vista, quello di una ragazza innamorata dell’Italia, che prende le forme di una mamma adottiva, che l’ha accolta e amata dal primo momento.  Tuttavia, non dimentica la sua madre naturale, la Romania, che non può e non vuole dimenticare, d’altra parte, come sottolinea Daniela Finocchi, “come si può chiedere ad un albero se sono più imoortanti le radici o la chioma?”.

Tuttavia, lo scopo di “Lingua Madre” non è solo quello di pubblicare giovani talenti, ma anche di stimolare e promuovere la collaborazione tra donne italiane e straniere, favorendo l’integrazione di quest’ultime; proprio a questo proposito é nato un progetto che si prefigge di trattare il tema dell’integrazione a livello di cibo: donne di varie nazionalitá che raccontano le loro tradizioni culinarie, che non solo nella cultura italiana, ma anche in molte di quelle straniere, sono considerate quasi “un segreto tra donne”, come suggerisce Mihaela e creano un legame tra varie generazioni.

L’incontro si conclude con una nota di speranza allo sviluppo di una crescente collaborazione e solidarietá tra le donne e l’invito a non radicarsi nelle proprie tradizioni, ma a cercare una via perché le esperienze di tutte le donne straniere in Italia possano essere condivise e comprese da tutte.

Francesca Valente.