La lettura di un libro spesso spinge a porsi quesiti, che però in rare occasioni possono essere proposti allo scrittore, e rimangono pertanto senza risposta. Ci sono tuttavia rare opportunità in cui si ha effettivamente il piacere di incontrare il creatore della storia che ha tanto interessato, appassionato, emozionato.
La preparazione per l’intervista con l’egiziano ‘Ala al-Aswani, autore di “Palazzo Yacoubian” e “Cairo Automobile Club”, é stata scandita da tre incontri, distribuiti fra il 25 Settembre e l’8 Ottobre.
Il progetto ha interessato, oltre alle classi III H e III G del Liceo Classico Cavour, alcuni studenti della Scuola Holden. Il prestigioso edificio, diretto da Alessandro Baricco, si autodefinisce un istituto di “Storytelling & Performing Arts”. Il gruppo é stato inoltre accompagnato da due responsabili del Salone Off 365, progetto ormai all’undicesima edizione che ha lo scopo di portare gli autori e i loro libri fuori dai padiglioni del celebre Salone di Torino.
Durante gli incontri si è riflettuto attentamente sulle principali problematiche e caratteristiche dell’Egitto, che oltre a essere il luogo di provenienza dell’autore é quello di ambientazione della storia. La riflessione sugli avvenimenti che hanno scosso e sconvolto la zona araba negli ultimi anni ha confermato la notevole differenza con la nostra realtà quotidiana.
Ma le enormi diversità sono contrapposte ad aspetti straordinariamente simili, uno dei quali é stato sottolineato da una delle responsabili della Holden, Marta Pastorino, e dalla sua domanda inusuale; la richiesta di confessare la nostra piú grande paura e il nostro sogno più recondito ha inizialmente provocato sorpresa, per poi dare spunto a svariate riflessioni, e alla conclusione che sogni e paure ci accomunano, speranze e timori vengono condivisi da noi come dai personaggi del libro, così come sono svariate le reazioni con cui si tendono ad affrontare tali sentimenti.
Un altro elemento di preparazione all’incontro é stato fornito dalla visualizzazione del filmato “The Square”, documentario del 2013, che dipinge la Rivoluzione Egiziana partendo dalle sue radici, ovvero la famigerata Piazza Tahrir.
A queste considerazioni ne sono succedute altre, scandite da brani tratti dal libro e dall’interesse dovuto all’unicità e all’irripetibilità dell’esperienza.
Grazie allo sprone dato dagli argomenti inusuali, sono emerse discussioni che probabilmente non sarebbero mai state affrontate in una normale conversazione, scambiando opinioni e confrontandosi sulla credibilità delle tipiche espressioni atte a dichiarare la propria disponibilità a morire per una buona causa e per difendere le proprie idee. Anche in questo caso le idee erano le più disparate e si è messa in dubbio la veridicità di frasi dette in momenti di assenza di pericolo.
L’intervista finale ha avuto un risultato più che soddisfacente, coinvolgendo nella mattina del 16 Ottobre anche altre classi dell’istituto Cavour, si spera interessandole alle opere di colui che è considerato dalla Feltrinelli “il più grande autore egiziano vivente”.
In conclusione, ognuno ha la possibilità di trarre qualcosa dalla lettura, ma non sempre si ha la possibilità di ampliare le proprie riflessioni con ciò che si ottiene dal confrontarsi con gli altri.
Ogni libro contiene una miriade di porte, sta al lettore scegliere quali aprire.
Rebecca Brussolo, III H Liceo Covour
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