Ingo Schulze, Vite Nuove. Dieci anni dalla pubblicazione di questo libro e ventisei dalla caduta del muro. Lo scrittore “epico dell’unificazione”,  definito così da Gunther Grass , è ospite del Salone del Libro,  dedicato quest’anno  alla Germania. Ingo Schulze partecipa a Prendere Posizione, un progetto dello scrittore Andrea Bajani e di un gruppo di studenti che ci tengono a affermare che si può ancora prendere posizione di fronte a tutto.

Nel caso di Schulze gli studenti lavorano intorno alla  presa di posizione nei confronti della Storia, e su questo intendono intervistare lo scrittore. Vite Nuove racconta il periodo post- unificazione delle due Germanie in forma epistolare. Si sente solo la voce di Enrico Tuermer,  cresciuto nella Germania Democratica, la DDR,  che nei primi anni ‘90 si ritrova in un mondo che non riconosce come suo. Già la scelta di utilizzare una sola voce narrante che manda lettere a più personaggi,  quasi un flusso di coscienza, potrebbe essere una presa di posizione – si sono chiesti gli studenti – una voce e una Germania. Si  sono ancora domandati se davvero l’unificazione abbia migliorato complessivamente la situazione tedesca, e soprattutto cosa sia successo esattamente dopo.

Ci sono state delle falle? Questo emerge non solo dal romanzo di Schulze ma anche dall’analisi del quadro  politico economico dell’attuale Germania. Il fatto di essere passati, nel caso della DDR , da un sistema imperfetto che  non conosceva il concetto di rischio, né di consumismo, né di disoccupazione,  in cui le persone non avevano possibilità di scelta, un’uguaglianza imposta e fittizia che limitava l’individuo, a un sistema opposto,  ma comunque imperfetto. Il sistema capitalista che riconosce  solo l’individuo e consente di  avere tutto un giorno e il giorno dopo non avere più niente . Emblematica è la sequenza del romanzo in cui Enrico Tuermer e i suoi amici ,  per la prima volta  a Parigi vedono un mendicante e si domandano come è possibile che un uomo si riduca cosi. Per il mondo capitalista è una scena quotidiana.

Le due Germanie ancora adesso sono diverse, basti pensare alla disoccupazione che è statisticamente più alta a Est, in  città come Lipsia e Dresda (città di Schulze) rispetto che a Ovest. Per la prima volta, chi proviene dall’ex DDR si trova di fronte a una crisi economica, cosa che prima della caduta del muro era inconcepibile. Può essere interessante far raccontare, a voce, a Schulze com’è ritrovarsi di fronte alla  possibilità di una crisi economica per chi non hai  mai vissuto l’incertezza che ne consegue.

Altro fenomeno su cui gli studenti  vorrebbero sollecitare lo scrittore, è il caso dell’aumento esponenziale nella Germania dell’ Est di gruppi neo-nazisti o comunque estremisti di destra. Come mai si sono sviluppati di più proprio nell’Est dove la dittatura era di segno opposto e si richiamava a valori di uguaglianza sociale, seppur calpestati e annientati?

Ultima questione riguarda le persone, i tedeschi. Si può rilevare una differenza  culturale tra chi è nato e vissuto nella DDR e chi nella  Germania dell’Ovest,  simile a quella che intercorre tra italiani del nord Italia e del sud Italia?

Eugenia Jona