Di Anna Bellinzas, Luca Sardo – Liceo Cavour
“Un libro deve essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi”. F. Kafka
Inizia con questa citazione l’incontro di oggi alla Libreria Trebisonda, tenuto dalla scrittrice Valeria Gentile. Prendendo spunto dal suo ultimo libro, “Viaggiinversi”, che racconta del suo viaggio durato cinque anni dal Giappone al Senegal passando per Cina, Libano e Palestina, Valeria ci racconta il ruolo che svolge la poesia nelle altre culture: attraverso questa, ci si accorge che le differenze culturali sono di gran lunga inferiori alle somiglianze. E’ proprio la poesia, che, toccando le corde dell’emozione, unisce uomini e donne ai poli opposti del pianeta facendoli diventare un tutt’uno, un insieme di colori e di pensieri.
L’incontro è stato arricchito, in maniera spettacolare, grazie alla messa in scena da parte di una bravissima attrice di alcuni brani tratti dal libro, davvero intensi ed emozionanti.
L’altro tema fondamentale affrontato durante l’incontro (e che risponde alla domanda per la quale la scrittrice ha intrapreso il suo viaggio) è: ad oggi, serve ancora la poesia? E’ ancora in grado di trasmettere un messaggio? La risposta è sì: infatti, a differenza dell’Italia, in molti paesi la poesia ha un ruolo sociale ben definito. In Giappone ad esempio le facoltà di Lettere prevedono l’insegnamento della Poesia; in Palestina, così come in Libano, è un’àncora a cui aggrapparsi per dimenticare la guerra che purtroppo perdura. In Italia, al contrario, chi si dedica alla poesia lo fa per pura passione e per vocazione, in quanto non gode di alcun riconoscimento né economico né sociale.
Una situazione che ha, come accade in quasi ogni caso, risvolti negativi e positivi: da un lato la scarsa diffusione in Italia porta ad una altrettanto scarsa produzione; dall’altro lato si è sicuri quasi al 100% che la produzione sia di qualità elevata.
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