Oggi nel Salone del Libro si è parlato di Resistenza. Giovanni De Luna ha presentato il suo nuovo libro “La Resistenza perfetta”. Lo scrittore si è proposto di narrare quegli anni tra il 1943 e il 1945 nei quali si è fatta l’Italia, descrivendo un microcosmo famigliare piemontese. Le vicende si articolano tra il personaggio della figlia minore Leletta e quello di un comunista con cui stringe amicizia. Le due realtà si intrecciano e vengono descritte dalla giovane ragazza. De Luna, intenzionato a offrire un resoconto dei fatti storici, utilizza delle tecniche narrative che avvicinano e convincono il lettore. Lo scrittore arriva a parlare di due libri in uno: uno storiografico e uno che si identifica con il romanzo. Se da un lato troviamo rispettate alla perfezione le regole fondamentali dello storiografo, dall’altro vediamo emergere un protagonismo spiccato, dove i personaggi incidono costantemente nel corso degli eventi. L’importanza della componente storica non viene così destituita della sua importanza; al contrario le storie dei protagonisti de “La Resistenza perfetta” risaltano la posta in gioco culturale e civile di quegli anni. Il romanzo realizza un disegno preciso del pensiero e dell’intento comune che permisero la realizzazione di uno Stato unitario. Descrive quindi un tipo di resistenza che ha, come tratto costituente e fondamentale, la formazione di un pensiero comune. De Luna parla di italiani che iniziano ad appropriarsi di una coscienza personale e di quella determinazione a raggiungere un progetto condiviso, che li rende partigiani. Solo sottolinenando l’importanza di una dimensione individuale cosciente e consapevole, lo scrittore rende possibile a noi lettori di comprendere quali furono quegli italiani che salvarono la patria. Singoli individui che scelgono, con autonomia, di distaccarsi dagli ideali dei compatrioti nazifascisti da cui si erano allontanati. De Luna ritiene possibile questa presa di posizione, in buona percentuale, grazie all’istinto che da sempre guida l’uomo. Il libro deve inquadrare il partigiano in una dimensione organizzata, con intenti e ideali precisi, ma anche spontanea. Grazie a questo binomio, organizzazione e istinto, alcuni uomini hanno avuto la forza di combattere contro quei pensieri in cui non si vedevano più rappresentati. Questi furono coloro che resero la Resistenza “perfetta”.
Redazione Alfieri, Guadagnini Gaia
e Marcati Alessandra
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