Il Salone Internazionale del libro di Torino, sabato 16 maggio ha avuto l’onore di ospitare Bogdan Bartinkoswski, un uomo che da bambino ha vissuto all’interno di un campo di concentramento, in particolare in quello di Birkenau, in Polonia. È venuto a presentare il suo libro autobiografico dal titolo L’infanzia dietro il filo spinato, nel quale racconta la sua esperienza di vita, o meglio di sopravvivenza. Hanno partecipato al dialogo Giovanni Porcino, Oliviero Alotto, Ugo Ruffino e il sindaco di Torino Piero Fassino. Bartinkoswski ha elencato alcune differenze tra il campo di Birkenau e quello di Auschwitz, per poi continuare raccontando le aspre e pietose condizioni di uomini, donne, bambini e anziani. Non veniva mostrata alcuna compassione per tutti i prigionieri, indifferentemente dal sesso, dall’età o dalla condizione. Il testimone, allora undicenne, trasmette al pubblico i propri vivissimi ricordi con grande sentimento e chiarezza, convinto, come diceva il sindaco Fassino, che la memoria sia l’unico riscatto per le sofferenze subite da queste persone. La dichiarazione ha sicuramente colpito l’uditorio, è difficile rimanere indifferenti sentendo questo tipo di parole, in particolar modo se pronunciate da un testimone diretto, che si porta dentro il dolore e l’oppressione di un simile ricordo.
Alessia Roncagalli, Irene Astancolli
#RedazioneAriosto
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.