Se mi cerchi non ci sono: questo è il titolo del libro di Marina Mizzau, affiancata da Carlo D’Amicis, scrittore e autore della trasmissione tv “Pane quotidiano”, e da Bruno Gambarotta, noto attore televisivo, che, all’interno dell’Independents’ Corner (Padiglione 1), ha presentato alle ore 12:00 la sua nuova opera.

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Enigmatica la scelta del titolo: Se mi cerchi non ci sono è un rebus, per la precisione in (2,2,6,3,2,4). “CCC”. Semicerchi, non ci, sono. Se-mi-cerchi-non-ci-sono. Questo, da solo, fornisce la chiave di lettura dell’opera, che, attraverso la passione per il cibo, le parole, gli elenchi e soprattutto l’ironia, racconta il ritrovo di una famiglia in seguito alla morte di Leonardo, professore universitario, fulcro del nucleo familiare. Il libro è un canto funebre di una famiglia sgangherata intorno a un protagonista che non c’è. È il racconto di un lutto e la ricostruzione di Leonardo presentato con le più varie sfaccettature che si fondono dando vita a un’entità, il tutto condito dall’elusività del linguaggio che si trasferisce, in corso d’opera, nei personaggi.

Il rapporto tra cultura e naturalità è spesso ambiguo; il confine non è marcato, spesso l’animalità e l’umanità si fondono, come ad esempio nella breve narrazione sul cane, una volta appartenuto al protagonista in contumacia e in seguito “imprigionato” per i capricci di un’amante occasionale. La narratrice, molte volte agli estremi margini, è l’allieva del deceduto professore. La loro relazione è ambigua: qui subentra il tema del rapporto allievo-maestro- filo conduttore dell’intera opera -ma con un interesse amoroso di mezzo, mai compreso a fondo o confessato. L’autrice giustifica l’utilizzo saltuario della narratrice affermando di averla utilizzata per poter intervenire a suo piacere all’interno della narrazione.

Lo scritto non è destinato ai soli lettori ma forse, in misura maggiore, a Leonardo stesso che, seppur morto, è colui che tira le fila della storia.

Irene Cancellara, Giacomo Bottero
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