“Volevo entrare nell’anima della gente e fare in modo che l’anima della gente entrasse in me”: è questo l’obiettivo di Nina George fin dall’età di quattordici anni, raggiunto dopo vent anni di esperienza lavorativa. Nina George, in un dialogo con Isabella Bossi, racconta il suo primo approccio alla scrittura come rivoluzionaria. Voleva scrivere di donne libere e forti, in un momento in cui tutti le rappresentavano solo belle; così per i primi dieci anni scrisse solo di donne arrabbiate, mentre ora scrive anche di donne che si sono rialzate dopo aver subito grandi sconfitte.
I più grandi successi della George sono “La piccola libreria a Parigi” e “Una casa sul Mare del Nord”:
Il primo narra di un amore sfuggito improvvisamente, lasciando di se un’impronta indelebile; il secondo di una donna che prende in mano la sua vita decidendo di voler morire e la sua futura rinascita. Due storie emozionanti che hanno portato all’autrice un grande successo. Nei suoi libri espone anche la sua filosofia di vita: non bisogna mai smettere di credere di potere cambiare la propria vita, per nessuno è troppo tardi, tutti hanno almeno una possibilità. Gli amori nei libri di Nina George sono quasi sempre di quelli impossibili, quasi fantascientifici e surreali. La fiducia è l’elemento che più caratterizza i libri di Nina; le è stata data dalla morte del padre, dopo la quale Nina ha riscoperto una grande forza interiore, che non credeva di avere.
Nina George non è il suo vero nome, infatti l’autrice ha quattro pseudonimi, grazie ai quali si può permettere di scrivere ciò che vuole senza influire negativamente sul suo “nome”. Le è risultata utile questa azione di mercato, nel momento in cui una casa editrice della chiesa tedesca le ha censurato alcuni libri a causa dei contenuti erotici troppo espliciti.
In questa conferenza noi l’abbiamo conosciuta con il nome di Nina George, nonostante questo siamo riusciti a scoprire i molteplici aspetti della sua personalità, i suoi mille volti; chissà di quale dei quattro volti ci dobbiamo più fidare?
Francesca Sorice
Redazione Alfieri
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