Torino, Corso Molise 1, nel bel mezzo del quartiere Vallette. Un contesto urbano non facile, afflitto da numerosi pregiudizi, problematiche e contraddizioni, ma tenuto in vita da una grande voglia di riscatto. Nei cuori degli abitanti, arde infatti il desiderio di liberarsi dell’infamante nomea di “Zona pericolosa” e di lasciarsi alle spalle un passato cupo, plasmato nel disagio e nelle difficoltà; il rione Vallette vuole essere felice una volta per tutte.

Anche Cesare Annunziata, protagonista dell’ultimo romanzo di Lorenzo Marone, dal titolo “La tentazione di essere felici”, aspira a trovare finalmente lo scopo della sua esistenza, dopo una vita trascorsa tra rimpianti e decisioni sbagliate.

Il contrasto, nel titolo, tra tentazione e felicità chiama il lettore a riflettere: infatti, come succede al protagonista, tentare di essere felici può trasformarsi in una vera e propria impresa.

Cesare, personaggio principale e io narrante della storia, è un settantasettenne vedovo che prende la decisione di trascorrere ciò che gli resta da vivere fregandosene letteralmente di tutti, smettendo di crogiolarsi nei rimpianti. Ben presto, si rivela essere un disilluso, che fa del cinismo e del sarcasmo due armi micidiali per estraniarsi dalle relazioni sociali e dalla vita stessa. Il suo rassegnato e apatico menefreghismo cambia quando conosce Emma, una donna con un trascorso di violenza domestica. Da qui in poi, egli riprenderà a nutrire un forte amore per la vita, che forse non aveva mai perso, ma solo messo un po’ da parte. Inizia quindi a prestare aiuto a chi gli sta attorno, giungendo persino a riallacciare i rapporti con i suoi due figli. Il romanzo, a cui fa da cornice la città di Napoli, luogo natale dell’autore, è carico di un’ironia dalle sfumature popolari, che risulta molto piacevole e divertente.

Le tematiche di questo libro sono numerose e alcune, come quella della violenza domestica, sono state inserite dallo scrittore con funzione catalizzatrice, cioè sono state usate per scuotere il protagonista e farlo ridestare dal suo disinteresse per la vita. Ad ogni modo, l’intento di Lorenzo Marone era quello di affrontare il tema dei rimpianti, dei treni persi e delle occasioni sprecate, che costituiscono il leitmotiv di questo libro. La solitudine viene interpretata come una totale chiusura dinanzi alla realtà, ma che prevede una lunga ricerca di sé stessi, alla quale si affianca un interminabile rimuginare sui propri errori. Il racconto offre inoltre la possibilità di una rilettura in chiave completamente soggettiva, fornendo un ampio spazio per l’immedesimazione del lettore.

Un incontro indubbiamente interessante, davanti ad un pubblico piuttosto interessato da quella che è una delle più importanti voci del panorama letterario emergente. Sicuramente, un microfono ben funzionante avrebbe reso la conferenza ancora più piacevole…

 

Alessandro Tassini e Matteo Zangheri, Liceo Classico Musicale “Cavour”, Torino.