Può un videogioco essere utilizzato a scopi educativi, in particolare a scuola? La risposta è sì. I giochi educativi (serious games) sono un particolare tipo di videogame destinato proprio a questo scopo, in modo da rendere più semplici le materie più ostiche, catturare l’attenzione, sviluppare la velocità dell’apprendimento. In essi temi etici e contenuti educativi si fondono a un’ottima giocabilità e una grafica piacevole, così da non creare lo sgradito effetto “broccolo al cioccolato”, ovvero mascherare un qualcosa di sgradevole senza successo.

Eleonora Pantò e Stefano Menon hanno presentato in Spazio Book, alle ore 16.00, il progetto Jam Today. Si tratta di un progetto europeo, che ha preso il via circa un anno fa, per progettare e realizzare prototipi di questi giochi. Le sue basi poggiano sulle note Game Jam, incontri in cui programmatori, disegnatori, scrittori e altri esperti si ritrovano in un unico luogo per sviluppare videogiochi. Tutto ciò avviene sotto forma di gara, con tanto di giuria e squadre, e soprattutto in un arco di tempo limitato. Jam Today si basa sugli stessi principi, con poche differenze: l’arco di tempo è fisso (un weekend) e non sono necessarie particolari competenze. Lo scopo è sviluppare la creatività di chi produce, imparare e migliorare le capacità di stare in gruppo. In essi, difatti, avviene una sorta di coopetizione, un misto di cooperazione e competizione: si gareggia per vincere ma le squadre avversarie si aiutano vicendevolmente.

L’anno passato le squadre sono state composte da persone provenienti da ogni parte dell’Europa e il tema scelto riguardava l’uso consapevole del computer. Quest’anno, intorno a settembre, si terrà nuovamente con le stesse dinamiche, con un’unica eccezione: i prototipi saranno sviluppati pensando a un modo per promuovere uno stile di vita sano.

Irene Cancellara, Michela Cerbone #RedazioneAlfieri