“Il paragonare se stesso e ogni essere umano a Dio, affermando la totale assenza di una divinità ultraterrena.” Così risponde Asif Mohiuddin alla domanda su quale fosse il motivo della rabbia dei fondamentalisti islamici. Siamo a Ferrara dove si tiene il festival di Internazionale. Al cinema Apollo si è tenuta oggi una conferenza: “il coraggio di non credere”. Tematica dell’incontro è la situazione religiosa strettamente legata a quella politica in Bangladesh.Asif Mohiuddin, blogger e giornalista ora rifugiato in Germania ci racconta come è gestita la vita nel suo paese dove sono all’ordine del giorno gli attentati dei fondamentalisti.
La causa scatenante dell’immotivata e violenta efferatezza degli estremisti del Bangladesh è la proposta di investire maggiormente sui servizi pubblici del Paese piuttosto che sulle moschee e gli ambienti religiosi, il diritto di voto e la libera espressione delle proprie inclinazioni sessuali.
Le scuole, che dovrebbero trasmettere e arricchire di cultura e conoscenza i giovani, sono invece i principali centri di diffusione della parola violenta e misogina di un presunto Allah che incoraggia l’estremismo. Questo il motivo principale che ha scaturito la radicalizzazione dell’Islam. Come agire per ribaltare questa realtà? La risposta, secondo Asif, sta tutta nel sistema di istruzione: incoraggiare lo studio sul pensiero umanista e sull’opinione critica che dal ’75 a oggi sono totalmente assenti. L’Islam è anche il pretesto con cui l’esercito, salito al potere, ha apportato radicali cambiamenti nella vita politica del paese, uno fra tutti il cambiamento della costituzione.
Anche i movimenti volti alla separazione fra stato e religione sono stroncati sul nascere. Shabak è l’organizzazione politica a cui aderiva Mohiuddin che per l’appoggio alla stessa è arrestato e costretto alla prigionia per sei mesi. Curiosa è anche la sua esperienza vissuta dietro le sbarre: l’incontro con i suoi attentatori che hanno motivato il loro operato con la retrograda idea della salvezza eterna. Era il 2013, un anno che per lui è sicuramente stato terribile, ma al tempo stesso lo ha segnato positivamente.
“Cosa pensa delle attuali derive di vari partiti populisti anti-islamici in Europa: in Bangladesh sarebbero utili o le vede come fondamentalismo cristiano?” E’ la domanda che gli poniamo. Risponde che tutti devono avere il diritto di muovere critiche contro la religione e la politica dei propri paesi e di quelli esteri. Non si pronuncia sulla utilità che avrebbero in “casa” sua. Ad ogni modo, riconosce che l’Islam sia l’unico colpevole di questi gesti sconsiderati, in quanto esercita lavaggi di cervelli sui singoli individui fin dalla più tenera età.
La conferenza si conclude su quale possa essere l’atteggiamento da assumere dell’occidente. Replica dicendo che l’unico strumento possibile sia il destinare dei finanziamenti sulla cultura e dunque sui giovani.
Enrico Fazari, Liceo Alfieri di Torino e Fabrizio Pasqualini, Liceo Ariosto di Ferrara
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