#milionidipassi verso l’Europa ha visto protagonisti presso l’Apollo di Ferrara, quattro personalità molto rilevanti nell’ambito dell’immigrazione, sia italiana che internazionale. A moderare l’incontro è intervenuto Corrado Formigli, giornalista televisivo de La7, che ha subito dato la parola all’attivista di Medici senza Frontiere, Loris De Filippi. Sono intervenuti anche il giornalista australiano de “The Guardian” Ben Doherty e Nando Sigona, sociologo presso l’Università di Birmingham.
Una particolare attenzione è stata accordata alla data, 3 Ottobre, in ricordo della strage di Lampedusa. Proprio da qui si è aperta la discussione riguardante l’immigrazione. Inevitabile è stato ricordare le vittime del bombardamento della notte scorsa a Kunduz. Nei bombardamenti, durati più di trenta minuti, sono stati identificati nove componenti di Medici senza Frontiere, e un applauso sentito è scaturito spontaneamente in loro onore.
A prendere parola è stato proprio De Filippi dichiarando che “in un’Europa decorosa non ci dovrebbe essere bisogno di Medici senza Frontiere”. Ha anche fatto soffermare l’attenzione del pubblico sul problema imminente dell’avvento dell’inverno: la Grecia, la Macedonia e la Serbia saranno in grado di fronteggiare le future ingenti difficoltà? Tutt’ora, nei Paesi mediterranei, non ci sono adeguate strutture di accoglienza dei migranti, nonostante Medici senza Frontiere si stia impegnando ad aumentare la propria capacità di risposta al problema, senza però avere un feedback. E’ antieconomico e destabilizzante per gli Stati non attuare misure adeguate per l’accoglienza. E’ il caos a creare il conflitto sociale.
Nando Sigona dopo aver parlato più specificatamente della situazione in Gran Bretagna, ha posto una questione molto importante: è giusto creare un sistema graduato di selezione etno-sociale dei profughi? Da qui la differenziazione tra migranti economici, profughi di guerra e semplici migranti. Ma esistono davvero profughi più meritevoli di altri?
Corrado Formigli ha coinvolto nel dibattito anche il giornalista australiano, chiedendogli quale fosse la situazione migratoria nel suo Paese. L’Australia è diventata simbolo dell'”accoglienza cattiva” dopo il celebre slogan “Stop the boats”. Ben ha dichiarato che anche in Australia è in atto un importante dibattito per identificare i migranti meritevoli e non. Non è un problema italiano, neanche europeo, ma mondiale.
Al momento delle domande ha preso la parola un uomo senegalese, residente in Sardegna, che ha vissuto sulla propria pelle la dura esperienza del viaggio via mare, dello smistamento nel campo, del periodo di stallo dentro quest’ultimo e della progressiva introduzione nella società. Gli immigrati che sbarcano sono riconoscenti di essere stati salvati, ma hanno bisogno di molto altro: che si parli con loro e che i loro dolori vengano ascoltati. I campi di accoglienza, nati come soluzioni temporanee, si rivelano invece luoghi di residenza in cui i migranti sono costretti per lunghi periodi, a differenza di Paesi, come la Germania, in cui l’attesa per lo status di rifugiato è molto breve. La loro richiesta è che il loro tempo venga impiegato in modo socialmente utile.
Nando Sigona ha concluso dicendo che tra quarant’anni questa sarà storia e come ogni evento storico c’è una parte giusta e una sbagliata, la parte giusta è accogliere. Il monito è rimanere umani: STAY HUMAN.
Sofia Benini, Liceo Ariosto e Anna Rudino, Liceo Alfieri
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