Una scrittrice, un editore, un libraio e un’ insegnante: queste quattro figure rappresentano i passaggi della catena che porta una semplice idea e tante parole su carta a diventare parte di noi e di quello che siamo, educandoci ed emozionandoci. Insieme, a Portici di Carta, esprimono le loro riflessioni e le loro opinioni riguardo a una delle questioni letterarie che è stata protagonista sui giornali e nei telegiornali in questi ultimi mesi. Questione che ha avuto inizio nel 2013, quando si decise di creare una bibliografia di libri riguardanti le più attuali diversità, anche e soprattutto familiari, e distribuirla nelle scuole del Comune di Venezia; cosa che in realtà non è mai accaduta poiché i libri sono stati censurati.
La censura appunto è stata uno dei temi centrali dell’incontro. Negli anni infatti, come ci racconta la scrittrice Manuela Salvi, molti di quelli che oggi consideriamo libri “classici” e che tutti conosciamo hanno subito una censura: “Il mago di Oz”, per esempio, perché le figure femminili avevano troppo potere e portavano le donne all’emancipazione; o il “Diario di Anne Frank” , ritenuto deprimente; fino al moderno “Harry Potter” , accusato di istigare alla magia. Manuela è l’autrice di “Nei panni di Zaff” , uno dei 49 libri censurati a Venezia, e ha quindi vissuto, o meglio “subito”, in prima persona la censura. La lettura del suo libro ha aperto l’incontro, riuscendo a coinvolgere il pubblico di soli adulti: Zaff, il protagonista, vuole essere una principessa, mentre una principessa vuole essere un portiere; però tutti li deridono. Cosa fare? Semplice, scambiarsi i vestiti e imparare che il segreto della felicità è “essere ciò che si sentono di essere senza vergognarsene mai”. E come afferma l’insegnante Flavia Manente “se ce la fanno i bambini possono farcela anche gli adulti!”
Infine anche l’editore Rosaria Punzi e il libraio Nicola Fuochi sono d’accordo sull’affermare che ognuno legge e percepisce un libro in modo diverso, perciò spetta al lettore stabilire cosa gli piace leggere, in cosa “si rispecchia”. Il loro invito pertanto consiste nel lasciare che siano i bambini a decidere cosa vogliono leggere e l’unica cosa che genitori ed insegnanti devono fare è ascoltare e dialogare con loro quotidianamente, senza mai dimenticare i bambini che si è stati.
Gaia Olocco, Redazione Fuorilegge
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