Il gran giorno è arrivato. Dobbiamo prepararci per conoscere Maurizio Maggiani. Nato a Castelnuovo di Magra nel 1951, è uno degli scrittori italiani più importanti in questo periodo. Ha vinto vari premi della letteratura e ora sta girando l’Italia per parlare del suo nuovo libro: “Il romanzo della Nazione”. Martedì 15 dicembre si trova a Torino, nell’Aula Magna del liceo Umberto I e un centinaio di ragazzi e docenti lo stanno attendendo. Ma eccolo che ci raggiungere: Ci alziamo in piedi per accoglierlo, intanto lui si toglie il cappotto e si mette comodo. La rettrice Guglielmini lo ringrazia per la sua presenza, segue poi un breve excursus sulla vita dell’autore. Fin da subito ci rivela di avere una grande personalità. “Primo fra tutti io sono un uomo, non uno scrittore. Mi piace nuotare, amare la mia donna, guardare le serie Tv; ora ne sto seguendo tre in contemporanea” – ci tiene a sottolineare – “perché la vita è più grande dei romanzi”. Successivamente ci racconta come la sua sia estremamente fortunata. A diciotto anni ha lasciato il nido per andare in cerca di incontri, da lui definiti “l’arte della vita”.

Un altro ragazzo si avvicina al microfono e gli domanda: “Quali sono i libri che porta sempre nel suo zaino?”
Maggiani allora, con spontaneità, lo afferra da dietro la sedia e controlla, ma non trova nulla. “E da cinque o sei anni che non leggo su carta, l’Ipad mi facilita la lettura. I libri colmano la solitudine. Non c’è un libro che va portato sempre nello zaino, bensì i libri della giornata. Quelli che non ti danno tregua, che non smetti mai di leggere e che dedicano un momento al cuore e alla mente” – termina citando Steven King, Jules Verne e “Le mille e una notte”.
Gli chiediamo della stesura del suo libro, di come è nata l’idea, di quanto sia difficile mettere su carta i propri pensieri e anche della scelta della copertina. ” Ci sono giorni in cui accendo il pc dalle otto alle sei e non ho scritto una riga. Scrivere un libro non è un lavoro d’intelligenza, ma di disciplina; inoltre si scrive per raccontare agli altri. Riguardo alla copertina è stato facile: Grazie all’aiuto del grafico e dell’editor dopo un mese l’abbiamo trovata”.
Leggendo il libro, uno degli aspetti che più ci ha colpito di Maggiani è la capacità di parlare della morte dei propri cari in modo così naturale, così non abbiamo esitato a domandargli come fa. “La morte mi è familiare: non mi piace, pero c’è. Bisogna parlarne, non far finta di niente.” – poi aggiunge – ” Io solo credo nella vita, bisogna accettare con naturalezza ed ironia la compagnia della morte.”
Anche se nel libro vengono trattati diversi temi, tutto gira attorno al significato di “nazione”. Ma cosa indica veramente?
“La nazione è fondata sulla sovranità universale. Se dai un nome alle cose diventi sovrano, non padrone. Inoltre il popolo ha in sé la responsabilità del proprio destino” – a questa domanda risponde camminando per la sala, riflettendo e cercando di farci comprendere; si nota come ci tiene all’argomento.
Il tempo è quasi terminato, perciò saltiamo qualche domanda e passiamo ad un’altra che ci ha lasciato particolarmente incuriositi: Cosa significa avere un posto nel mondo?
Nel suo libro Maggiani scrive come a questo quesito sua madre rispose che era al mondo perché c’era posto, ma lui la considera una condanna; controbatte: “Voglio sconfiggere l’idea che sono al mondo perché c’era posto. Ogni giorno c’è un posto nuovo, anche se io non so quale sia il mio. Ogni mattina te lo vai cercando. Dove trovi interessante fermarti è lì il tuo posto. Noi siamo vita che genera vita; un gesto d’amore, un lavoro ben fatto: Il posto nel mondo è ovunque.” Devo ammettere che non c’è risposta migliore per far nascere nella mia testa svariate riflessioni.
Prima di salutarci ci concede qualche foto, un ringraziamento e un paio di autografi al volo. Qualche minuto dopo Maggiani saluta l’Umberto I, lasciando ai ragazzi domande in cerca di risposte e un’esperienza senza dubbio unica.

A nome di tutti gli studenti della IV E, vorrei ringraziare la professoressa Crudelini e l’educatrice Piras per l’opportunità, i ragazzi della scuola Holden per il lavoro svolto con noi durante i tre incontri, coloro che stanno dietro all’organizzazione e l’autore, che ci ha dato la possibilità di confrontarci sulla vita, occasione che non capita tutti i giorni.

Claudia Brizzi,  Liceo scientifico Umberto I (IV E), Torino

Gli incontri del Salone Off365  vengono preparati con l’aiuto della scuola Holden. Con noi “i giovani Holden” incontrano gli studenti delle scuole nelle settimane precedenti all’appuntamento con l’autore e, tutti insieme, “svisceriamo” il libro e l’autore che andremo poi a intervistare. Per questo bellissimo incontro con Maurizio  Maggiani, oltre a Maria Sole Limodioche ha anche scritto per noi questo articolo, ringraziamo tutto il gruppo di lavoro del college “Scrivere” della Scuola Holden: Roberta Dalessandro, Roberta Falcone, Vittorio Polieri, Caterina Potenti, Ilenia Zedda e il tutor Mattia Zuccati