“Che il mio racconto sia lungo e si dipani come un filo.” Così si comincia a raccontare una fiaba nel Nordafrica, con una formula di apertura e una di chiusura: un vero e proprio rituale.
Le storie viaggiano; attraversano fiumi, mari e oceani. Oggi, 6 marzo 2016, sono state trasportate qui a Pordenone, grazie al progetto Dedica, che quest’anno ha come protagonista l’autore algerino Yasmina Khadra. Ieri sera al pubblico presente al teatro Verdi ha parlato del suo amore per le fiabe, che sua madre gli raccontava sempre prima del bacio della buona notte.
Questa mattina, alle ore 11:00 di una domenica primaverile, un’amosfera fiabesca si diffonde anche qui al convento San Francesco; grazie alla voce narrante di Chiara Carminati, alle immagini di sand-art di Massimo Ottoni e alla musica di Christian Ravaglioli prendono vita racconti e storie antiche, un tempo tramandate a voce di generazione in generazione.
Esse rappresentavano lo specchio della società nella quale venivano narrate: uno sfondo culturale di certo differente dal nostro. Eppure sono tante le somiglianze tra le fiabe nordafricane e quelle occidentali. Parlano di valori famigliari, di amore, di invidia, di vendetta. La voce viene data a personaggi come principesse, re, principi e gente comune, ma anche serpenti e orchi. Il ruolo di protagonista si reincarna a volte in animali, come leoni e sciacalli.
Con queste storie Chiara Carminati riesce a catturare l’attenzione dei bambini e dei grandi e a trasportarli in un mondo surreale. Storie che Christian Ravaglioli riesce a rendere ancora più magiche attraverso la musica che fluttua nell’aria. Storie che Massimo Ottoni riesce a modellare attraverso la sabbia. Storie che ci dimostrano come una cultura che sembra così diversa dalla nostra abbia prodotto e raccontato fiabe simili a quelle che venivano raccontate anche a noi, e forse un giorno anche noi racconteremo, prima del bacio della buonanotte.
“Il mio racconto è un ruscello e lo racconto a dei signori”,così si conclude anche l’incontro di Dedica di questa mattina, che ci ha regalato un po’ di magia da portare a casa.
Gabriela Bolboceanu (IV H Liceo Grigoletti)
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