L’atmosfera è concitata, la folla si accalca all’ingresso della Biblioteca Civica Villa Amoretti di Torino in attesa di poter entrare nella sala settecentesca adibita a ospitare la presentazione, nell’ambito del Salone Off365, di Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Franz Rossi e dei loro rispettivi romanzi. Gli ultimi preparativi fervono, i ritardatari arrivano e prendono posto. Finalmente anche i tanto attesi protagonisti dell’incontro entrano in sala, accolti da applausi concitati.
Si inizia con i ringraziamenti usuali, poi la voce di Bruno Gambarotta, conduttore della presentazione, racconta in breve le trame di “Al Paradiso è meglio credere”, scritto da Giacomo, e di “Una seducente sospensione del buon senso”, opera di Giovanni e Franz, entrambi editi da Mondadori.
Con toni lievi e battute che coinvolgono gli spettatori, in un’ora i due celebri attori del noto trio comico, insieme con il viaggiatore Franz, chiariscono alcuni dettagli dei loro libri, rispondendo alle domande dello scrittore/ conduttore e a quelle del pubblico assiepato in sala.
I temi centrali dei due libri sono di grande attualità e toccano da vicino ogni possibile lettore: il piacere del viaggiare e la spiritualità, che pare essere stata dimenticata nel frenetico mondo moderno.
Il romanzo di Giovanni e Franz narra di un viaggio alla scoperta di se stessi: il protagonista, accompagnato da un fedele compagno inaspettato – un cane che diviene la seconda voce narrante della storia – riscopre i piaceri che si trovano negli aspetti della quotidianità più minuti e conosce persone che segnano profondamente la sua esistenza, contribuendo al cambiamento interiore a cui approda al termine del viaggio. “Forse la cosa più difficile da fare è cambiare”, ma sicuramente intraprendere un nuovo cammino può essere un buon modo per comprendersi e modificarsi.
Al contrario nel libro di Giocomo a dominare è l’argomento della spiritualità, affrontata in modo nuovo e leggero, ma incredibilmente toccante, in una storia articolata che vede comparire personaggi come Dio stesso o Jean-Paul Sartre – scrittore e filosofo esistenzialista amato dall’autore sin da quando aveva diciotto anni. Da sempre l’attore comico desiderava dire la sua opinione su temi affascinanti, quali sono il Paradiso, l’Inferno, la morte o la religione, e in questo romanzo riesce a dare finalmente forma alle sue idee sulla carta stampata.
Dopo aver fatto alcune battute sull’assenza del terzo membro del trio, Aldo, e aver risposto brevemente a qualche domanda del pubblico, nonostante i frequenti disturbi dell’audio che non sono riusciti a rovinare l’atmosfera, l’incontro si è chiuso con la consueta firma degli autografi, nella sala inondata dalla luce del tramonto.
Marta Blanchietti, Redazione Liceo Alfieri di Torino
Foto di Dawit Borio
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