Arrivo al primo incontro con la classe IV dell’I.I.S. Vittone di Chieri carica d’emozione. La professoressa Maria Viglione mi viene a prendere vicino alla stazione e così finalmente abbiamo modo di conoscerci di persona. Le mie aspettative non sono deluse. Già nei brevi scambi telefonici ho intuito la sua passione: insegnare significa principalmente indicare ai ragazzi un cammino, per meglio imparare a districarsi nel mondo.
Il suo entusiasmo è contagioso. L’universo è pieno di bellezza per la professoressa ed è convinta che quanto più si dà agli studenti tanto più si riceve. Hanno già letto gran parte del Comandante in classe, come un rito, ogni giorno dieci minuti prima di iniziare la lezione. Mentre scavalliamo la collina avvolta nella nebbia per raggiungere Chieri, mi racconta di un momento buffo, in cui ha dovuto interpretare i versi della canzone somala con cui inizia un capitolo del libro. Intorno è tutta una fioritura, ciliegi a perdita d’occhio. Gli studenti sono puntualissimi in aula magna, disposti in semicerchio. Inizio raccontando loro un po’ del mio viaggio, accompagnata da mappe e foto, la mia appartenenza a due mondi, l’Italia e la Somalia. Vorrei condensare tutto in poche frasi, ma per conoscersi c’è bisogno di tempo, meno male che questa è solo la prima volta. Chiedo ai ragazzi di scrivere su un foglietto il proprio nome, in modo che anch’io possa imparare il loro. Maria Viglione li invita a presentarsi reciprocamente e per me è meraviglioso scoprire nelle brevi descrizioni le loro rispettive passioni, per la danza, la lettura, il calcio, il ciclismo e l’amicizia che li lega l’un l’altro.
Ora ci sentiamo tutti più a nostro agio. Allora propongo di leggere a voce alta Central line is read, Circle line is yellow di Warsan Shire, una poetessa nata da genitori somali, ma cresciuta a Londra. La interpretano superbamente, poi in piccoli gruppi scelgono una parola chiave per discuterla insieme. «I can’t compete with your home» recita la poesia«I cannot become sky and soil, hot tarmac and airport taxis». Negli ultimi minuti del nostro incontro, sollecitata dalle domande, racconto loro come viene al mondo un libro. È un processo intenso e collettivo, come questo nostro percorso insieme. Ci siamo lasciati con un compito e una sorpresa che si svelerà alla nostra prossima riunione.
Ubah Cristina Ali Farah
(Nella foto con la professoressa Maria Viglione dell’IIS Vittone di Chieri)
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