Noi studenti, tronfi per i nostri votoni e figli dell’anticonformismo, siamo rimasti spiazzati di fronte al racconto della vita di questa eccelsa scrittrice.

La forza di smascherare il proprio datore di lavoro per gli scarichi tossici lungo le coste sarde, la capacità di mettersi sempre in gioco in ambiti diversi fra loro, a dispetto della laurea in esegesi, la denuncia dell’immoralità del call center presso cui lavorava (esperienza da cui è stato anche tratto il film “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì). E, non per ultima, la tenacia di raccontare storie vere ma sempre nuove, perché come lei stessa ci ha confidato la letteratura non è fatta di nuovi contenuti ma di diversi (e più originali) modi di narrarli.

Sono solo alcune delle cose che rendono unica, come persona oltre che letterata, Michela Murgia, e che hanno fatto di questo nostro incontro con lei un vero e proprio “insegnamento di vita”.

Leggendo tra le righe dell’evidenza potremmo giungere alla fonte di un sapere inesauribile, di un’analisi trasversale della realtà che tocca tutti i campi, non solo quello letterario ma anche politico e religioso (da notare qui le sue esatte citazioni di nomi e versetti della Bibbia), senza dar nulla per scontato e senza pregiudizi. Qui sta la chiave della sapienza, del vero “potere” della vita: una lezione che non si apprende entro le mura scolastiche, ma da personalità avvenenti come quella di Miche Murgia.

Mara Jitaru, 4^A AFM