Facciamogli posto: è questo il titolo della conferenza tenutasi nella Sala Azzurra del Salone Internazionale del Libro di Torino. Trovare un posto, un posto dentro di noi per i migranti, in quanto simili, è il tema principale dell’incontro. Linda Ravera, Igiaba Scego e Guido Vitale hanno tenuto una conferenza ricca di interventi e riflessioni sull’attuale problema dell’immigrazione in Europa.
“Trattando i profughi come feccia, diventiamo feccia anche noi”, dice Guido Viale, citando il suo libro Rifondare l’Europa insieme a profughi e migranti: l’accoglienza non si deve limitare ad accogliere i migranti, ma permettere loro di non sentirsi estranei nella cultura del paese in cui si trovano a vivere. Bisogna inserirli in una rete di relazioni per garantirne l’integrazione in ambito culturale ed economico.
A differenza di come quotidianamente sentiamo presentare gli immigrati dai media, è stato sottolineato che queste persone sono la parte più valida, forte e coraggiosa dei paesi da cui provengono, in quanto istruiti o con esperienze lavorative alle spalle. Guido Viale conclude così il suo intervento: “Dobbiamo accoglierli non come atto di buonismo, ma per rispetto verso noi stessi”.
Molto significative sono state le parole di Igiaba Scego, affermata scrittrice italo-somala, autrice di un articolo uscito su Internazionale riguardo al diritto di viaggio. E’ su questo argomento che si sofferma inizialmente, facendo luce su un problema poco affrontato ma degno di essere discusso. Racconta l’esperienza dei suoi genitori, giunti in Italia in aereo negli anni Settanta, e la confronta con la situazione attuale. Oggi infatti è molto difficile per i cittadini del Terzo Mondo raggiungere altri paesi, sia spinti da necessità sia incuriositi dal conoscere nuove realtà. Per questo motivo distingue due tipi di passaporti: quelli “forti” di Europa e Stati Uniti e quelli “deboli” di quelli in via di sviluppo.
Igiaba Scego vede nella scuola il punto di partenza per avviare un processo di cambiamento della nostra società, che porti all’integrazione dei migranti, mediante uno studio della storia e della letteratura italiana confrontandole con le altre culture.
Da sottolineare è anche l’intervento di Linda Ravera, che riflette sull’uso improprio del termine emergenza profughi, definendola invece una rivoluzione culturale.
Giorgia Scarrone e Aminata Sow, Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino
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