In una società in cui si lascia sempre spazio alla ricerca filosofica, danno il loro contributo Mara e Francesco Montanaro, traducendo l’opera di Albert Lèvy. Questo libro è il secondo capitolo della collana dedicata a Stirner, filosofo a cui non venne mai dedicato uno studio individuale, ma fu sempre letto in relazione ad altri esponenti. Lo scrittore, vissuto nel XIX secolo, si dedicò a trovare punti di incontro e differenze tra le correnti di pensiero di Max Stirner e Friedrich Nietzsche. Quest’ultimo, vissuto nella seconda metà del XIX secolo, venne accusato da diversi studiosi di plagio nei confronti di Stirner, nato all’inizio dello stesso secolo. In sua difesa, però, si schiera la sorella, che afferma la sua originalità, adducendo a sostegno della propria tesi la mancanza di prove di una lettura del pensiero stirneriano da parte di Nietzsche. Nei suoi trattati, infatti, non lo nomina mai direttamente, ma critica pagine di altri autori incentrate su tale corrente filosofica. Molte sono le ipotesi sul modo in cui Nietzsche possa essere venuto a contatto con Stirner: alcuni, ad esempio, affermano che un amico di suo padre, conoscente di Stirner, gliel’avesse citato. Altri, invece, pensano che un possibile punto di contatto potrebbe essere stata l’opera di Lange. Avendo egli frainteso il pensiero stirneriano, indusse Nietzsche a stimarlo come introduttore di Schopenhauer. Lévy passa, quindi, a confrontare le due correnti di pensiero, sostenendone elementi in comune, nonostante radici differenti: se Stirner si contraddistingue come positivista, Nietzsche è invece caratterizzato da un rielaborato positivismo. Entrambi sono accomunati dalla critica, svolta con fini differenti: se quella nietzscheana si muove con un fine costruttivo, quella stirneriana no. Contraddistinte da una forte istanza nichilistica, le loro critiche sono principalmente rivolte all’ideale di stato e di religione. Passando poi ad approfondire il concetto di educazione, elemento di rilievo per entrambi, Lèvy cita le principali differenze su questa tematica: Nietzsche aveva una visione aristocratica di impronta ellenistica; Stirner, invece, allontanandosi dall’ellenismo, sosteneva un’uguaglianza propria del realismo.
Alessandra Bosia e Lorenzo Bonasia, Liceo Alfieri
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