“Maestro si nasce o si diventa?” Così lo scrittore Eraldo Affinati ci ha presentato il suo libro “L’uomo del futuro”, dedicato alla vita di Don Milani. E non a caso l’evento si è tenuto nella Biblioteca civica dedicata al priore, in zona Falchera.

Affinati si mette sulle strade di Don Milani e, dopo aver letto i suoi libri, visita i luoghi della sua vita. Lorenzo Milani nasce a Firenze da una famiglia aristocratica e trascorre la sua giovinezza nelle valli fiorentine. Consegue il diploma al liceo Berchet di Milano ma la sua condizione aristocratica non lo rende felice. Anzi. Fin da bambino si sentiva uguale ai suoi coetanei che però non potevano giocare con lui perché di ceti sociali differenti. Così dopo aver presi i voti e aver avuto alcuni screzi con la Curia di Firenze venne mandato a Barbiana, piccolo paese nei pressi del Mugello, dove nacque il primo tentativo di scuola a tempo pieno, rivolto alle classi popolari. Qui, insieme ai suoi alunni, Don Milani scrisse “Lettera a una professoressa”, in cui i ragazzi della scuola denunciavano il sistema scolastico che favoriva l’istruzione delle classi più ricche.

Attraverso la sua presentazione, Affinati ci fa riflettere su quanto Don Milani sia attuale; gli immigrati di oggi, che chiedono istruzione, sono i ragazzi del Mugello di ieri. Allora lo scrittore si chiede su chi siano i Don Milani di oggi e trova la sua risposta negli occhi delle persone che aveva incontrato nei suoi viaggi. Una suora nell’India, un educatore berlinese di ragazzi svasati, padre Damiro prima accoglienza per gli italiani in quarantena a New York.

Con uno scenario segnato dalla vita di Don Milani, è un libro sui viaggi, sull’insegnamento e su che cosa è la scuola oggi. Un libro che ci richiama all’uguaglianze delle posizioni di partenza.

Marzia Merlone Borla

Liceo “Niccolò Copernico”